Spettacoli

Addio a Burt Reynolds, quello di ‘Boogie Nights’

Morto a 82 anni in Florida. Una carriera fra blockbuster (tanti) e successi di critica (pochi, ma memorabili)

(Wikipedia)
6 settembre 2018
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Coi suoi baffoni da maschio alfa e quello sguardo da rubacuori zuzzurellone, era diventato l’emblema di un improbabile machismo ‘sudista’. Ma c’era anche dell’altro. Burt Reynolds - che nella vita è stato capace di passare dal paginone centrale di Cosmopolitan (nudo) alla candidatura all’Oscar per ‘Boogie Nights’ (nel ruolo di un regista porno) – è morto ieri sera in Florida all’età di 82 anni. Un arresto cardiaco lo ha colpito nella sua abitazione in Florida.
Negli anni Settanta e nei primi Ottanta, Reynolds aveva sbancato i botteghini con commedie d’azione come ‘Il bandito e la madama’ (1977) e ‘La corsa più pazza d’America’ (1981). Raccontò che sceglieva i ruoli che gli sembravano più divertenti, scartando quelli troppo impegnativi: e non riesce difficile crederlo, pensando a musical come ‘Il più bel casino del Texas’ (1982), nel quale lo si vede duettare con l’altrettanto estroversa Dolly Parton.

Dei suoi successi commerciali era solito dire: “li mostrano sugli aeroplani, nelle prigioni e ovunque la gente non possa scappare”. Ma prestò il suo volto anche a un paio di capolavori. Giocatore di football mancato a causa di un infortunio, nel 1972 ottenne la celebrità, grazie al film ‘Un tranquillo weekend di paura’, nel quale interpretava un affarista pieno di sé che insieme a tre amici si avventura in canoa attraverso gli Appalachi, salvo poi infilarsi in un sinistro intreccio di violenze sessuali e omicidi. Seguì ‘Quella sporca ultima meta’ di Robert Aldrich (1974).

Fra i suoi ruoli più notevoli si contano anche il ‘centralinista degli spermatozoi’ in ‘Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso’ di Woody Allen (1972) e l’uomo sensibile e solo (un personaggio che sfidava lo stereotipo cucitogli addosso) in ‘E ora: punto e a capo’ di Alan Pakula, del 1979. Negli anni Ottanta, il declino: investimenti sbagliati, un matrimonio fallito, risse, stravizi e sperperi lo portarono alla bancarotta e all’emarginazione.

Fu solo nel 1997 che ‘Boogie Nights’ - il film di Paul Thomas Anderson ispirato ai destini di John Holmes e altri attori porno - lo riportò in auge. Il suo personaggio - un regista del settore con sgangherate velleità artistiche - conquistò anche i critici. Tanti, invece, i ruoli che rifiutò, da ‘007’ a ‘Rocky’.

 

 

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