Spettacoli

Chatrian dal Pardo all'Orso

La nomina dell'attuale direttore del Locarno Festival alla testa della Berlinale sempre più certa. E Marco Solari ha già il nome del successore

©Keystone/Ti-Press
21 giugno 2018
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Le voci sono diventate grida che hanno raggiunto persino la Cina, dove si trova Marco Müller, che ci dice di essere troppo impegnato per pensare a un ritorno alla direzione del Festival che più ha amato, quello di Locarno. Già, perché l’attuale direttore artistico a Locarno, Carlo Chatrian, che guida il Festival dal 2012 (e che avrebbe un altro anno di contratto), si appresta a un cambio straordinario e per certi versi inatteso che lo porterà alla conduzione della Berlinale. L’indiscrezione anticipata ieri dalla ‘Bild’ ci è stata confermata da più persone vicine al festival berlinese: dopo un’approfondita e a quanto ci risulta non sempre concorde discussione interna, Chatrian è stato designato come sostituto di Dieter Kosslick, dal 2001 padre padrone della Berlinale (l’annuncio, a meno di sorprendenti ripensamenti dell’ultima ora, verrà dato domani).

Da Berlino: ‘Stanchi di Kosslick, si vuole il cambiamento’

Come ci riferiscono da Berlino, «visti gli interessi in gioco, hanno pensato di non affidare ancora a un tedesco il festival, scottati dal vecchio direttore». Il fatto poi che Chatrian non parli il tedesco, come si era schermito lui in un’intervista, è parso ininfluente. Dopotutto, questo sarebbe un passaggio epocale e molto atteso in Germania, dove una vera crociata è stata intrapresa contro Kosslick (il cui contratto scade a maggio 2019). Un passaggio di consegne per altro non solo generazionale (più di vent’anni dividono i due). Accusato di eccessivo protagonismo e di allestire un Concorso spesso in minore, di Kosslick non si può però dimenticare il lavoro per potenziare il mercato, per aprire la Berlinale al grande pubblico, per combattere lo svantaggio di una collocazione temporale che la vede chiusa tra un Sundance sempre più figlio di Hollywood e la corazzata Cannes. Insomma, Berlino può far tremare i polsi a un quarantaseienne come Chatrian: il lavoro a Locarno è lontano da quello che

Chatrian, Solari e l’Orso

lo aspetta nella capitale tedesca, dove potenti sono l’industria cinematografica, le lobby regionali e non ultima una Cineteca che ha le sue sale e un programma forte nelle retrospettive. Comunque, come ci riferiscono i contatti berlinesi, se Kosslick aveva concentrato su di sé sia la gestione artistica che quella operativa del Festival, Chatrian a Berlino sarà coadiuvato (come a Locarno) da un direttore amministrativo.

Solari: ‘Il nuovo direttore in tempi brevi’

Venendo a noi, il problema ora si pone a Locarno, dove il Festival si scoprirebbe senza direttore a ridosso della presentazione del prossimo programma. Insomma, Marco Solari si trova un po’ nella situazione del presidente federale spagnolo Luis Rubiales che, alla vigilia del Mondiale di calcio, ha saputo che il suo allenatore aveva firmato per il Real Madrid. Rubiales, a costo di perdere, ha cacciato il tecnico: Solari che farà? Glielo abbiamo chiesto e il presidente, al telefono, ci ha salutati con un cordiale «a presto». Forse già a martedì prossimo, 26 giugno, giorno per cui Solari ha indetto una riunione straordinaria del Consiglio d’amministrazione del Festival, nel caso in cui venerdì dalla Germania giunga effettivamente la nomina di Chatrian alla direzione della Berlinale. Questo il presidente non lo conferma. Di certo, se le cose andranno come prevediamo, nelle intenzioni del presidente martedì conosceremo il nome del nuovo direttore del Locarno Festival.

C’è già, il nome? Ovviamente sì: «Io vengo dall’economia e ogni manager verrebbe licenziato se non avesse sempre un’alternativa pronta. Io la mia idea ce l’ho, ma questa non è una scelta dittatoriale, ci sono delle istituzioni preposte a prenderla. Quello che so è che non possiamo ritardare, io vorrei una decisione rapida, se no andremmo pericolosamente nell’ambito dei giorni del Festival». Detto questo, Solari si dice ancora in attesa di sviluppi da Berlino, quando si riunirà il Consiglio di sorveglianza: «Mi è stato detto che si tratta di un ente decisionale, non si limita a ratificare. E mi era stato confidato che sarebbe una sorpresa se facessero una rivoluzione... Poi, è sempre possibile che scelgano di procrastinare la decisione. Comunque, fino a venerdì siamo spettatori». Di certo le voci attorno alla candidatura di Chatrian alla successione di Kosslick non hanno colto il presidente di sorpresa: «No, è stato un lento avvicinamento. La sorpresa, piuttosto, è arrivata un paio di settimane fa, quando ho capito che le mie ansie non erano del tutto ingiustificate».
Ma andiamo con ordine: «Queste nomine non sono mai un processo lineare. Qualche mese fa Berlino mi chiese quale fosse il nostro “sistema”: io spiegai che da noi non c’è un Kosslick che gestisce tutto, ma i due ruoli distinti del direttore artistico e del direttore operativo». Tempo dopo «mi è giunta voce che la ministra aveva deciso di scegliere il “modello Locarno”. E lì mi sono un po’ allarmato»... Allarme confermato da Berlino, la cui lista di candidati alla direzione si era nel frattempo di molto ristretta, contemplando ancora il nome di Chatrian. Venerdì l’epilogo. E a seguire il nuovo direttore, anche a Locarno.

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