Spettacoli

Pardo d'onore al regista francese Bruno Dumont

Il premio gli sarà consegnato in Piazza Grande, il 4 agosto, data della prima mondiale della serie 'Coincoin', durante la 71esima edizione del Festival del Film Locarno

Il regista francese
7 giugno 2018
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Carlo Chatrian ha motivato così la scelta del regista francese: “Bruno Dumont è uno dei registi che meglio incarnano il cinema nel XXI secolo. I suoi film hanno profonde radici nella tradizione filosofica, letteraria e cinematografica e al contempo guardano avanti; sono la migliore risposta a quanti dicono che la settima arte non ha più nulla da scoprire. Saggi sull’uomo, sull’assurdo che abita l’esistenza, ma anche sull’eterno problema del male, i suoi film sono inviti a non abdicare alla riflessione, anche quando il rumore delle immagini intorno si fa assordante. La sua presenza a Locarno sarà occasione per ripercorrere alcune tappe della sua sorprendente carriera, ma soprattutto per scoprire il seguito della serie che aveva infiammato la Quinzaine des Réalisateurs quattro anni fa. Non vedo modo migliore per aprire la Piazza Grande alla serialità, di questa proposta che combina comicità slapstick e discorso politico”.

Bruno Dumont riceverà il Pardo d’onore Manor in Piazza Grande la sera del 4 agosto. L’omaggio sarà accompagnato dalla proiezione di una selezione di film della sua carriera. Domenica 5 agosto il pubblico del Festival potrà inoltre assistere a una conversazione con l’autore allo Spazio Cinema.

Nato nel 1958 a Bailleul, nelle Fiandre, Bruno Dumont è uno dei registi più originali del panorama internazionale. Autore di film controversi, in oltre vent’anni di carriera ha raccontato con il suo particolare sguardo austero, aspro e rigoroso il mistero racchiuso nella realtà della vita quotidiana, esplorando con minuziosità la questione dell’esistenza del male e della sua banalità.

Dumont debutta dietro la macchina da presa all’età di 38 anni con il suo primo lungometraggio La vie de Jésus (1997), girato proprio a Bailleul, sua città natale. Candidato al César come miglior opera prima ha un successo immediato, selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes ottiene una menzione speciale alla Caméra d’or. Negli anni successivi Dumont prosegue la sua ricerca e realizza il suo secondo lungometraggio, L’Humanité (1999), Grand Prix a Cannes.

Nel 2003 Dumont lascia per la prima volta il Nord della Francia per la California dove ambienta la sua terza opera Twentynine Palms (2003). In seguito torna in Francia per realizzare Flandres (2006), con cui ottiene a Cannes il secondo Grand Prix della sua carriera. Il cinema è un vero e proprio mistero per Dumont: in Hadewijch (2009) e in Hors Satan (2011) esplora ancora una volta il sacro attraverso l’ordinario. Nel 2012 Dumont gira Camille Claudel 1915, pellicola che ripercorre la vita dell’omonima scultrice francese, interpretata da Juliette Binoche, presentato alla Berlinale nel 2013.

Si avvicina alla televisione con la serie P’tit Quinquin (2014), trasmessa sul canale ARTE. Per la prima volta il comico entra nell’universo di Dumont, un cambio di coordinate che troviamo anche in Ma Loute (2016), in concorso al Festival di Cannes 2016, in equilibrio tra humour e dramma, fino all’ultima svolta del regista francese, l’ennesima sfida estrema con Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc (2017), dove i versi di Charles Péguy diventano la base per un musical rock sugli anni giovanili di Giovanna d’Arco. Durante la 71esima edizione del Locarno Festival presenterà la sua nuova serie Coincoin et lesz'inhumains che uscirà in seguito nelle sale in Svizzera e sarà diffusa su ARTE a settembre.

La 71esima edizione del Locarno Festival si terrà dal 1° all’11 agosto 2018.

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