Spettacoli

Un noir fumoso e intrigante, fra Bellinzona e val di Blenio

‘Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz’, film italo-svizzero girato fra Ticino e Piemonte. Tre motivi per guardarlo...

26 maggio 2018
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Per essere capito, un film deve essere visto almeno due volte. È legge naturale. Soprattutto quando la storia è densa, dall’intreccio complesso e carico di rimandi e simboli che stimolano ad andare in profondità. È il caso del lungometraggio noir “Oltre la nebbia - Il mistero di Rainer Merz” (86’), una coproduzione italo-svizzera (Kabiria Film e Associazione Rec), diretto dal regista astigiano Giuseppe Varlotta, che è anche autore della sceneggiatura insieme a Paolo Gonella e Giuseppe Casella Piazza; con gli attori Pippo del Bono, Vincent Németh e Corinne Cléry, fra gli altri. Il noir ambientato fra Bellinzona, Valle di Blenio, Luganese e Piemonte è appena arrivato nelle sale ticinesi.

Partiamo dalla sinossi: “Una settimana prima di Pasqua, un grande attore scompare dal set dove si sta girando un film storico da lui voluto. Un investigatore, Giovanni Andreasi, viene discretamente incaricato di indagare sulla sua sorte. Una sensazione strana avvolge il detective fin dalle prime battute dell’inchiesta. Prova infatti l’inquietante percezione di essere in qualche modo coinvolto nelle vicende trascorse dello scomparso, il
quale viveva in una ex fabbrica di cioccolato dove anni prima una bambina era morta in circostanze misteriose nell’adiacente cascata. Diversi segni esoterici suggeriscono che un mondo oscuro avvolge il mistero”.

La trama è sibillina e accattivante e fra le varie ragioni che possono invogliare alla visione, questa penna ne riporterà tre.

Una trama intricata che cattura l’attenzione, “appiccicandola” a ciascun personaggio. Sono molteplici i fili che corrono intrecciandosi durante la proiezione – il personaggio storico di Federico II, l’ambiente di una setta, il set di un film, una congrega femminile, la storia personale dell’investigatore e un vecchio e angosciante delitto... –, fino all’epilogo, del tutto inaspettato, che lascia lo spettatore con un nodo di inquietudine in gola. “Oltre la nebbia” impone uno sforzo e un’analisi acuti, poiché il mistero lo pervade sino al momento della svolta e dello
scioglimento.

La figura di Giovanni Andreasi, interpretato da un bravissimo Pippo Delbono che ha interiorizzato la psicologia del suo personaggio. Andreasi – omaggio all’attore Felice Andreasi –, è figlio di una lunga tradizione di investigatori ex poliziotti, con una condizione personale travagliata e un passato e un presente segnati dall’alcol, che catalizza un carattere fumantino tendente all’aggressività. Una psicologia tormentata, perseguitata
dal suo passato e per questo in analisi. In luogo di una crescita e di una redenzione, ma siamo accorti nell’evitare lo spoiler, il personaggio subirà una regressione. La sua mimica ricorda uno splendido Jack Nicholson di “Shining”, omaggio e ispirazione svelati dallo stesso Varlotta.

Un complesso di simboli, pagani e religiosi, che minuziosi cesellano la storia. Si va dalla Pasqua (che scandisce i tempi della narrazione), all’esoterismo, passando per le rune; nonché i “segni” degli archetipi Bene e Male, in primis donna e uomo. E ancora il pavone che iconograficamente era simbolo di immortalità; il serpente (che ritroviamo nei gioielli di alcune protagoniste) che qui non rappresenta il diavolo tentatore, quanto piuttosto la potenza rigeneratrice della natura. E così anche lo stesso elemento del sangue: ambivalente segno di morte e vita (o rinascita).

Bellinzona e Valle di Blenio fra i luoghi della vicenda. Fa sempre un certo effetto vedere sul grande schermo una trama che si dipana in luoghi familiari. Il regista e Fabio Olmi (direttore della fotografia, nonché figlio di Ermanno) hanno saputo valorizzare non solo i tre Castelli,
patrimonio Unesco, ma anche scorci insoliti della città medievale; così come il bell’edificio della Cima Norma (a Torre) e alcune vedute del Luganese.

Il lungometraggio, si scopre leggendo i titoli di coda, è dedicato a Mario Monicelli, mentore del regista, che ha rivelato: «Lo avevo scelto come nonno e lui mi accolse come nipote». Finora, il film ha partecipato fra gli altri ai festival di Los Angeles - Italia (2018) e Riff - Roma Independent Film Festival (2017); collezionando anche diverse nomination in altri eventi cinematografici.

In ultima battuta, ecco le prossime proiezioni ticinesi, tutte in maggio: il 26 e 27 maggio ad Acquarossa, al Cinema Blenio (20.30 e l’ultima alle 17). Ancora il 27, al Cinema Forum di Bellinzona (20.30); martedì 29 al cinema Ciak di Mendrisio (20.30) e il 30 al Cinema Otello di Ascona (20.30).

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