Spettacoli

Dopo Sanremo, Lugano: in 'viaggio' con Annalisa

Terza classificata al Festival col brano 'Il mondo prima di te', già Disco d'oro, la cantante ligure si è esibita ieri sera alla Rsi. L'abbiamo incontrata.

Foto Rsi
29 marzo 2018
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Solare, energica, quasi euforica. L’Annalisa riservata e composta di inizio carriera ha lasciato il posto a una donna più consapevole e sicura di sé, a proprio agio sul palco e di fronte alle telecamere, moderna nell’aspetto e nei modi. Alla quarta partecipazione al Festival di Sanremo – il febbraio scorso – ha agguantato il podio classificandosi al terzo posto con ‘Il mondo prima di te’. Brano di cui è coautrice e che le sta regalando numerose soddisfazioni: oltre alla medaglia di bronzo all’Ariston, è già Disco d’oro (e sta viaggiando verso il Platino) e conta quasi 20 milioni di visualizzazioni su YouTube. Una misura del successo è arrivata anche dal live di ieri sera. Durante l’interpretazione del pezzo – all’auditorium Stelio Molo degli studi Rsi di Besso – la folta platea ne ha intonato il testo, dando ulteriore carica alla 32enne. Prima dello showcase – dove ha messo in mostra le note e per fortuna immutate qualità vocali –, in cui ha cantato sei pezzi tratti dall’ultimo album ‘Bye Bye’, l’abbiamo incontrata.

Grandi risultati con questo ritorno sulle scene. Inaspettati?
Non me li aspetto mai, però ci credo. Cerco di fare tutto al meglio, sperando che le cose accadano. In questo caso, c’è stata davvero una grossa sintonia in tutte le fasi, dalla scrittura alla produzione, all’interpretazione. Quando la situazione è così giusta da tutti i punti di vista e si lavora bene in gruppo, con la propria squadra, le cose succedono.

Com’è nato ‘Il mondo prima di te’?
Durante una sessione di scrittura con altri due autori (Davide Simonetta e Alessandro Raina, ndr). È nata prima la melodia, poi ho lavorato sul testo. È stato un processo molto naturale. L’ispirazione per il testo è personale, quando scrivo un testo descrivo sensazioni che provo. È un pezzo di grande positività. Racconta di cambiamenti dovuti alla crescita, alla maturazione. Ci sono aspetti esistenziali. Ed è bello rendersi conto che se siamo diversi, lo siamo a causa di quel che ci è successo finora.

Il titolo del sesto disco è ‘Bye Bye’. È un saluto a che cosa?
Il tema centrale è proprio il cambiamento, l’evoluzione, la rinascita. Sostanzialmente è il saluto alla me di prima, alle esperienze e agli errori fatti. È un saluto grato, ma anche pieno di voglia di partire verso una direzione nuova.

Crescita e cambiamenti. Qual è la ‘ricetta’ per farlo positivamente?
Bisogna lavorare tanto, non sentirsi mai arrivati, ascoltare tanta musica, guardare quelli che sono avanti a te e non chi sta dietro per compiacersene. Per me è importante lasciarsi consigliare, sperimentare. Ma soprattutto è importante fare ciò che ci rappresenta, per comunicare quel che si è davvero.

In ‘Bye Bye’ c’è un pezzo co-scritto da Alma, mentre nello scorso album ce n’era uno di Dua Lipa. Come nascono queste collaborazioni?
Sono arrivate, non sono state cercate. A Dua Lipa mi ha presentato la casa discografica, che abbiamo in comune. Lei era all’inizio, mentre adesso è un top pazzesco (ride, ndr). Ci siamo trovate e da una sintonia personale è nata la collaborazione, che mi ha portato un sacco di gioia. Riguardo ad Alma, la sinergia è nata grazie al produttore di ‘Bye Bye’, Michele Canova Iorfida, con cui mi auguro vivamente di poter continuare a lavorare.

Quali sono le influenze musicali confluite nel disco?
Sicuramente il pop anglosassone: Katy Perry, Taylor Swift, Halsey, Dua Lipa, Tove Lo, Zara Larsson. Canova è stato bravissimo a soppesare questi elementi col calore, c’è molto di ‘suonato’. L’indirizzo elettropop l’ho fortemente voluto, è sempre stata la mia aspirazione e pian piano ci sono arrivata.

Non hai il timore che l’elettronica possa ‘tarpare’ le tue qualità vocali?
No. È un mondo che valorizza aspetti fondamentali: il racconto, la narrazione, la comunicazione. Live posso giocare con la voce, ma su disco meno aggiungi e più il messaggio arriva.

Solo quattro donne a Sanremo e l’impressione è che anche a livello di vendite la discografia al femminile sia in difficoltà. Che ne pensi?
Penso che, banalmente, il pubblico della musica pop sia più femminile e quindi i colleghi uomini hanno vita un po’ più facile. Oltre al gusto artistico, conta anche l’estetica. Per noi è importante fare cose che possano creare un sentimento di condivisione e partecipazione. Essere donne, in questo, alla lunga è un vantaggio. Si può creare un legame profondo.

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