Sanremo Giovani

'Mi chiamo Mario, e non so neanche nuotare'

A colloquio con Mirkoeilcane, già vincitore del Musicultura 2017 di Macerata. La sua poesia sui migranti non passerà inosservata

7 febbraio 2018
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Con Mirkoeilcane, categoria ‘Giovani’, decidiamo di cominciare dalla domanda che tutti gli fanno. Non facendogliela. Ovvero chi è il cane. «E allora lo apprezzo molto». E se anche non sappiamo di che razza sia il cane, sappiamo che il 31enne è un cantautore di razza. E il gioco di parole è finito. La gara inizia questa sera, per gli aspiranti big della canzone. E siccome gli inviti al nuovo cantautorato hanno escluso Brunori e Maldestro, ab- biamo identificato in Mirko Mancini da Roma segnali di novità, valido prodotto della cosiddetta ‘scuola romana’. «Sì, ma quelli prima di me sono grandi artisti. De Gregori è uno dei miei miti, come Daniele Silvestri, Niccolò Fabi. C’è tempo» ci dice.

Mancini è della Garbatella, che spiegata ai non residenti è «un posto molto normale, dove si citofonava agli amici per scendere in cortile a giocare a pallone. Un posto dove abbondano i toni comici, o per lo meno si cerca di non prendersi troppo sul serio». Un passo indietro. Durante ‘Sarà Sanremo’, gara ad eliminazione tra giovani promesse, va in onda per la prima volta ‘Stiamo tutti bene’, storia del piccolo Mario, strappato a una partita di pallone e a un degregoriano calcio di rigore da una madre che quando si parla del marito “grida, piange e non la smette più”, e che un giorno dice al figlio “prendiamo tutto quel che abbiamo e raggiungiamo papà”. Il resto del brano è il resoconto di uno dei tanti viaggi della speranza sulle carrette del mare, visto dagli occhi di un bimbo di 7 anni (“7 anni e mezzo per la precisione).

‘Stiamo tutti bene’ è un cortometraggio, nel quale si ride e si piange senza alcuna retorica. E con molta, seppur dolorosa, poesia. «È il frutto di una chiacchierata fatta con una persona che mi ha raccontato la sua avventura per arrivare fino a qui. Il modo in cui mi è stata riportata mi ha fatto correre a prendere carta e penna». L’orchestra è diretta da Fio Zanotti, il brano è prodotto da Steve Lyon (Depeche Mode, Cure, Tears for Fears). Mirkoeilcane ha già vinto Musicultura 2017 con ‘Per fortuna’, altro impietoso ritratto della deriva umana, e il suo primo ricordo sanremese è Daniele Silvestri che canta ‘Aria’. «Sanremo è un palco sacro, e io c’ho metà degli anni degli eroi della musica. Ho una certa responsabilità». Nessun pregiudizio per la vetrina ultrapopolare: «A Sanremo sono passate le canzoni più belle della nostra storia e non c’è proprio niente da denigrare. C’è soltanto l’onore di salire su quel palco, e cantare».

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