Sogno o son Festival

Sanremo, soprattutto oggi, è anche Macerata

A 24 ore dall'inizio del suo Festival, Corso Matteotti prosegue in Piazza della Libertà (in un'altra città)

5 febbraio 2018
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Sanremo - Per il Festival, meglio uscire ad Arma di Taggia. Però, se proprio si vuole viaggiare alla lettera, da Sanremo Ovest si scende verso il mare per qualche chilometro, costeggiando il verde e le ultime coltivazioni a terrazza, quelle che si insegnano a scuola per spiegare quanto è acuto l’uomo quando vive in un lembo di terra chiuso tra le montagne e il mare dei cantautori. Sanremo, città della musica. E al suo interno un’oasi, corso Matteotti, il salotto bene di una città fermentata intorno a un nucleo, impeccabile sulla riva e bisognosa di un ritocco nella zona del mercato. È la stessa sensazione che ci assale tanto a Rapallo quanto a Varazze. Quella che tutti questi porti di mare, se soltanto lo si volesse, potrebbero essere tutti Portofino.

C’è un non so che di natalizio in corso Matteotti, anche nella brezza finto-primaverile di un giorno di febbraio. Vetrine accese di domenica, il traffico tipico delle ore di punta, e all’altezza del Teatro Ariston il medesimo effetto imbuto della cantonale che porta a Locarno, ma da percorrere a piedi. Intorno, lucine colorate e luminosissime, da parte a parte degli edifici di quella che viene definita ‘La Vasca’. Viene da pensare che siano ancora quelle natalizie (non sarebbe parsimonia ligure, ma buonsenso).

Sanremo città della musica come Macerata, altra oasi felice, più propria del cantautorato che non del pop scintillante e televisivo. Il suo ‘Musicultura’, di tanto in tanto, sforna talenti della parola applicata allo spartito, ritratti per la finale all’interno dello splendido Sferisterio. Da lì se ne uscirono il Povia equilibrato che nel 2003 cantava l’anoressia in ‘Mia sorella’, Simone Cristicchi e la ‘Studentessa universitaria’ nel 2005, e Mirkoeilcane, lo scorso anno, con ‘Per fortuna’ (Mirko oggi è a Sanremo, a giocarsi la vittoria). La canzone italiana di Sanremo, a 24 ore dall’inizio del suo Festival, è anche la canzone italiana di Macerata, città quieta e colta nella quale è ancora inverno. Piazza della Libertà puntellata dai cronisti della ‘nera’ davanti ai bar dove si parla di canzoni, mette tristezza quanto un’automobile caricata a pallottole.

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