Spettacoli

Sanremo nei testi: c'è davvero poco da ridere

Tanto amore, ma nessuna caduta di gusto. Da martedì, la musica dirà se le canzoni sono grandi, oltre che educate.

(Capitano coraggioso (Keystone))
2 febbraio 2018
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Si potevano ascoltare in anteprima. Ma noi sposiamo da sempre la ‘Modalità Acqua Lete’ (cit. Rocco Tanica). Preferiamo che le canzoni le annunci il presentatore dopo lo sponsor e la sigla, rispettosi di una certa anacronistica verginità. Sarà un Sanremo di musicisti, quello del 2018. Garantisce Claudio Baglioni. Analizzando i testi, non ci sono cadute di gusto, anche se il regnante equilibrio di concetti può apparire calma piatta. La musica dirà se le canzoni sono grandi, oltre che educate. Nell’attesa, i versi che ci hanno colpito. In ogni senso...

L'amore comporta

Annalisa, una laurea in fisica (e una in fisico), canta la fine di un amore e l’auspicata normalità del “girare attorno a un altro sole” in ‘Il mondo prima di te’. “La mia barba dentro le vetrine” fa pensare a Babbo Natale che si specchia, e invece è un tizio che sta male per amore in ‘Così sbagliato’, Le Vibrazioni. “Nessun amore è per sempre mai”, cantano i Kolors in ‘Frida (Mai, mai, mai)’. Nel generale abuso di “mai”, il brano parla di Frida non nel senso di cantante norvegese, ma di pittrice messicana. Giovanni Caccamo ha partorito un “Prendimi la mano, scappiamo via lontano. In un mondo senza nebbia, in un mondo senza rabbia”. Va a lui il nostro ‘Premio In tutti i luoghi, in tutti i laghi 2018’. A Mario Biondi si perdonano le supercazzole amorose – “Ora semmai viviamo nel presente vuoi?” – certamente funzionali al groove e alla grandezza vocale. ‘Passame er sale’, canterà in romanesco Luca Barbarossa: “Passame i sogni, je metto le gambe” è l’amore adulto, quello che “comporta”, come direbbe Antonacci (anche se al “comporta” manca da sempre l’oggetto). “La schiena nuda contro una chiesa, a profanare una lunga attesa” è l’amore cantato per immagini di Noemi. Citiamo Gazzè e ‘La leggenda di Cristalda e Pizzomunno’, storia di folklore pugliese già in forma di rispettabilissima poesia.

Lucio, gli stonati, Mirkoeilcane

‘Lettera dal Duca’ è la missiva spedita da David Bowie (“Silenziosa anima che questo sole illumina”) ai Decibel. “Coprimi di nuvole e trapunte di sogni”, canta Enzo Avitabile, che insieme al casertano Peppe Servillo cita Scampia. Ron canta un Dalla inedito (‘Almeno pensami’), più forte del vuoto lasciato da Lucio e più forte della prima strofa (“Ah fossi un piccione”, volatile già ‘infilzato’ da Povia). ‘Il segreto del tempo’, chi meglio di loro, lo raccontano Facchinetti e Fogli, ultra 70enni che volevano “cambiare il mondo che non cambia mai”. Fare le pulci agli Elio e le Storie Tese sarebbe come disquisire sulla mascolinità del David di Donatello con un righello in mano. Dunque ci limiteremo a riferire di un testo insolitamente conciso, in cui si ricorda che il finale “ti lascia” sempre “a bocca aperta”. E “dall’ampiezza della bocca si capisce se il finale era valido”. Lo Stato Sociale – il canto, questo sconosciuto – auspica ‘Una vita in vacanza’, cosa che a Irene Grandi, ‘In vacanza da una vita’, è già riuscita. La loro poetica include “Libertà e tempo perso, e nessuno che rompe i coglioni”. Qualcuno dovrà premiare ‘Stiamo tutti bene’ di Mirkoeilcane (‘Giovani’), storia di un bimbo sul barcone della speranza cantato-recitato senza la minima retorica (“Mamma dice che volevano nuotare. Io li sentivo gridare e non mi sembravano allegri”). L’anno scorso, con Gabbani, ci prendemmo. Quest’anno puntiamo distaccatamente su ‘Non mi avete fatto niente’. Un po’ per la forza mediatica di Ermal Meta con Fabrizio Moro, un po’ perché tra Bataclan, Londra e fedi diverse che alla fine sono solo “ingressi separati della stessa casa”, i due sbancheranno al Casinò.

Cartoline dalla riviera

C’è anche un ticinese acquisito, in gara nei ‘Giovani’ con ‘Bianca’. Andremo a trovare Leonardo Monteiro in albergo la prossima settimana, visto che laRegione sarà a Sanremo per seguire sul cartaceo e online questo annuale Expo della canzone (un Expo che non lascia debiti). Proveremo a raccontare il Festival con lo spirito del reportage, e non del pettegolezzo. Sempre tenendo ‘la musica al centro’, come vuole il Capitano Baglioni.

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