Spettacoli

Il Sanremo secondo Conti (seconda parte - le canzoni)

11 febbraio 2015
|

Dell'esibizione (un eufemismo) di Al Bano e Romina, ma anche del “tutti in piedi” per Tiziano Ferro vi abbiamo detto nell'edizione cartacea. Un Festival misurato, corretto e onesto, ma con pochi sussulti, nel quale se qualcosa spicca è l'insieme delle parti, ma non i singoli e ancor meno le singole canzoni (con poche, pochissime eccezioni, in attesa di quelle di questa sera). Come sempre, carne al fuoco sino all'una di notte. Per tutti i rispettosi delle otto ore di sonno, e per chi davvero non volesse perdersi nulla, ecco tutto quello che avreste voluto sapere sulla prima serata di Sanremo 2015, ma che vista l'ora non avete osato (o potuto) chiedere...

Tutte le prime 10 canzoni in gara:

Chiara – “Straordinario”. Il ritornello ha un'inquietante affinità con quello di “Ciao” (proprio quella di Pupo), ma la canzone almeno risveglia dal torpore di un ultimo singolo (“Un giorno di sole”) proprio non degno del suo bel timbro. Giudizio: Albachiara.

Gianluca Grignani – “Sogni infranti”. Intervistato sulla genesi del brano, il rocker fa nomi grossi (Neil Young, Bob Dylan, Tenco), che forse danno un senso alla frase “Se solo io fossi Dio”. Ma la canzone è più vicina al Neil Diamond di “September morn”. Giudizio: divino (Destinazione: Purgatorio).

Alex Britti – “Un attimo importante”. Tra regali, pietre preziose, musica e dipinti, il Britti fa la dichiarazione d'amore. Lui, di gioielli se ne intende, chiedere a Mina, che porta al dito la sua “Oggi sono io” (Sanremo '99). Di “Un attimo importante” si attende il decollo, ma si resta fermi. Giudizio: un diamante non è per sempre.

Dear Jack – “Il mondo esplode tranne noi”. “Autotune” è un programma per PC e MAC che corregge errori di intonazione, anche gravi. Niente di personale, ma tutto esplode, tranne la canzone. Giudizio: staccate i jack.

Malika Ayane – “Adesso e qui (Nostalgico presente)”. Per questa voce così personale, alcuni scomodano il creatore, altri il logopedista. Look da Miley Cyrus adulta (capello platino e apparecchio per i denti) il bel testo di Pacifico meritava forse altra collocazione musicale. Non immediata. Giudizio: mai fidarsi del primo ascolto.

Lara Fabian – “Voce”. Brano più nefasto della cassetta di “The Ring”: lunghe, lunghissime note e niente di più. Testo letterariamente inesistente e incomprensibile. E, sullo sfondo, Il Re Leone. Giudizio: adagio, tendente all'immobile.

Grazia Di Michele e Platinette – “Io sono una finestra”. Con “Amami uomo”, già il Renzo Rubino de “Il postino” (2013) infranse tabù sanremesi con la prima canzone d'amore esplicita da uomo a uomo. Ma ricordare la stupidità del pregiudizio non fa mai male, soprattutto se il palco è quello di “Luca era gay” (più che una canzone, un insulto). Giudizio: Platinissima.

Annalisa – “Una finestra tra le stelle”. Una delle tre canzoni del Kekko de I Modà. Se le interpreti vogliono canzoni da lui, un motivo ci deve pur essere. Ma noi non lo conosciamo. Giudizio: impalpabilmente radiofonica.

Nek – “Fatti avanti amore”. Esordì a Sanremo 22 anni fa con “In te”, brano antiabortista capace di stroncare una carriera. Ci pensò Laura (“non c'è”, Sanremo '97) a consegnargli un posto nella storia del pop italiano. Torna con una cosina un po' Ultravox, e a presa rapida. Giudizio: vieni avanti, Filippo.

Nesli – “Buona fortuna amore”. Il discorso sembra crudo: “morsi sulla carne”, “righe sulla pelle”, “amore in faccia”, “pelle in fiamme”. Potrebbe essere la biografia di Ted Bundy, o un brano sul cannibalismo, ma non si spaventa nessuno. Giudizio: Jack the Rapper (ergastolo, con isolamento diurno).

E dopo le 23.30...Il premio per il più stonato lo vince un ragazzetto con barbetta e i suoi amici tutti in fila, come gli Extreme di “More than words”. Si chiamano Imagine Dragons e sarebbero la band dei records. Rispetto alla pochezza armonica del pop mondiale, la canzone melodica italiana non ha nessuna colpa. Anzi, soltanto una lunga lista di pregi. Verso le 00.25, sin troppo tardi, Sanremo si traveste da Academy: così come ogni anno agli Oscar si tributa l'estremo applauso ai defunti del cinema, sulle note de “Il Carrozzone” (uno degli inni di Zerolandia) sfilano sullo schermo tutte le voci che non cantano più. Le immagini sono molte, e le ultime ritraggono insieme Giorgio Faletti, Mango e Pino Daniele. Verso le 00.33, sin troppo tardi, arriva Rocco Tanica, il momento più ironico da quattro ore a questa parte (con menzione, in orario ancora umano, per i Boiler e i direttori di giornale, un classico da Zelig). Tanica intervista un sedicente soldato coreano, prima di tuffarsi in una delle sue proverbiali rassegne stampa (dalla sala stampa). All'alba dell'una, sappiamo che Lara Fabian è a rischio eliminazione (la canzone è un harakiri), e con lei Platinette e Di Michele (prendete il telefono e riportateli in gara), ma anche (sorpresa) Grignani e Britti. Chi “televota” ha un'età media assai bassa, e la carta d'identità potrebbe pesare, anche per chi canta. L'unico “vecchietto” in gara, resta il sempreverde Nek, che – pensandoci bene - ha fatto la sua sporca figura.

Questa sera, puntata “col botto”: Tatangelo, I Soliti Idioti, Masini, Grandi, Atzei, Zilli, Raf, Moreno, Fragola e Il Volo (i tenori coi favori del pronostico). Altro giro, altro regalo...

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔