Società

Parigi: chiude il Bus Palladium, anima rock di Pigalle

Vi sono transitati Dalí, Johnny Hallyday, Eddy Mitchell, Mick Jagger. Aperto nel 1965, a marzo lo storico locale parigino sarà sostituito da un albergo

Anche nei testi di Serge Gainsbourg
(Celette/Wikipedia)
18 febbraio 2022
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Era l’anima rock di Pigalle. Il Bus Palladium, storico locale e sala concerti parigina, chiuderà le porte a marzo, per venire sostituito da un albergo. "Il Bus Palladium – annuncia su Facebook il direttore artistico del locale, Cyril Bodin – chiuderà definitivamente le porte a metà marzo 2022. L’edificio verrà raso al suolo per lasciare posto a un albergo ma non è impossibile che il locale venga ricostruito in modo identico". Ma "bisognerà contare almeno due anni di lavori".

Aperto nel 1965, il Bus Palladium venne fondato da James Thibaut e James Arch, con l’ambizione di farne un luogo informale, accessibile ai giovani, per ballare su musica live, rigorosamente rock. I due ebbero anche l’idea di creare un sistema di bus a basso costo, per fare il pieno di persone nelle notti parigine. Ai suoi inizi, il cosiddetto ‘Bus’ accolse il celebre pittore Dalí, che assieme a degli amici organizzò un banchetto a base di acqua liscia, un episodio entrato nella leggenda, come anche la canzone di Serge Gainsbourg ("Qui est +in+ qui est +out+), in cui il Bus Palladium viene citato nel testo ("C’est au Bus Palladium, qu’ça s’écoute...rue Fontaine... il y a la foule, pour les petits gars de Liverpool").

Situato in rue Fontaine, a pochi passi dal Moulin Rouge, nel cuore di Pigalle – il celebre quartiere delle notti brave parigine – la sala concerti ha visto sfilare artisti come Johnny Hallyday, Eddy Mitchell. Il frontman degli Stones, Mick Jagger, lo scelse per festeggiare un compleanno. All’inizio degli anni Ottanta, il club cominciò ad assegnare premi alle migliori rock band francesi, il ‘Bus d’Or’. Tra i premiati, Alain Bashung, Etienne Daho, Noir Désir, Indochine. Il club ha pure dato il titolo a un film, ‘Bus Palladium’, uscito nel 2010 per la regia di Christopher Thomson.

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