Alla reazione alle mutate condizioni, iniziata nel 2019, si dovranno aggiungere le conseguenze economiche del coronavirus
La SSR chiude il 2019 con un risultato aziendale negativo di 21,9 milioni di franchi. Il tetto massimo imposto ai proventi del canone destinati alla SSR e il forte calo degli introiti pubblicitari sono stati compensati da una drastica riduzione delle uscite, ma i conseguenti costi di ristrutturazione incidono sul risultato aziendale.
Anno movimentato, il 2019, per la SSR, all'insegna delle grandi produzioni e coproduzioni - le elezioni federali, la Festa federale di lotta svizzera e giochi alpestri a Zugo, la Fête des Vignerons a Vevey, le nuove stagioni delle serie 'Wilder' e 'Quartier des banques', le coproduzioni 'Helvetica' e 'Frieden' – ma anche anno di trasformazioni interne (integrazione servizi informatici, il progetto 'Campus', le cooperazioni aumentate, il rinnovo del Pacte de l'audiovisuel), a fianco di drastiche misure di riduzione dei costi. Quanto al canone radiotelevisivo, il tetto massimo imposto dal Consiglio federale ha portato a una riduzione intorno ai 50 milioni di franchi. A ciò si unisce la situazione sul mercato pubblicitario, sempre in via di deterioramento (-23,1 milioni di franchi).
La reazione alle mutate condizioni – dal piano di reinvestimento di 100 milioni di franchi diventati 150 dopo il taglio di 50, già nel 2019 è stata possibile una riduzione complessiva dei costi di 60 milioni di franchi – continuerà anche quest’anno tenendo conto delle conseguenze economiche della pandemia. Nel 2019 i costi di ristrutturazione sono ammontati a 36,2 milioni di franchi. Anche questi costi hanno inciso sul conto annuale e, unitamente ai fattori menzionati, hanno contribuito a un risultato negativo.