Società

Meglio l’intelligenza artificiale dei manager

Da una ricerca emerge che il 64% degli interpellati si fida maggiormente di un robot che del proprio manager

17 ottobre 2019
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L’intelligenza artificiale sempre più apprezzata e sempre meno temuta, nei luoghi di lavoro. Al punto che il 64% degli interpellati si fida maggiormente di un robot che del proprio manager. Poi il punto è chi li ha interpellati, perché la ricerca da cui provengono questi dati è stata realizzata per conto di Oracle – una delle più importanti aziende informatiche, migliaia di dipendenti e miliardi di utile – da Future Workplace, una società la cui missione è ripensare e reimmaginare il posto di lavoro. Insomma: stiamo chiedendo all’oste se il vino è buono e, per quanto simpatico e onesto, un po’ di scetticismo sulla risposta è d’obbligo. Fatta questa premessa, la ricerca ha coinvolto 8’370 persone – manager, responsabili del personale e dipendenti –  in dieci Paesi (la maggior parte dei partecipanti proveniva da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, seguiti da Cina, India, Australia, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Brasile e Giappone) selezionati in basi a complessi meccanismi che lo studio non rileva.
Il risultato, come detto, è che la gente non è più spaventata dai robot sostanzialmente perché ha potuto sperimentare direttamente come funzionano l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, al quale hanno fatto ricorso circa metà delle persone interpellate. L’anno precedente si trattava di appena il 32% ma, mancando informazioni sulla selezione degli intervistati, è difficile capire quanto il dato sia rappresentativo.
Così quasi due terzi degli interpellati – gli uomini più delle donne, i trentenni più di ventenni e quarantenni – si dice entusiasta o felice di avere a che fare con un’intelligenza artificiale, vedendoci soprattutto la possibilità di avere più tempo libero e di imparare nuove cose. E il 64% ha dichiarato di fidarsi maggiormente di un’intelligenza artificiale che del proprio manager, fondamentalmente perché privi di pregiudizi e perché rispettano gli orari di lavoro – il che forse va più a demerito dei manager che a merito dei computer. Peraltro un vantaggio di avere capi umani è che sanno comprendere i sentimenti meglio dei robot. Del resto il bisogno di un’interazione umana è, insieme alla sicurezza e alla privacy, l’aspetto che più rallenta l’adozione di intelligenza artificiale nelle aziende. Ma, si legge sempre nel rapporto, basta fornire soluzioni più semplici e personalizzate per fugare queste ultime perplessità.

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