Ticino7

I CCCP e l’Europa a pezzi (come il corpo del Capitano)

Le libere associazioni di Giancarlo Fornasier ci portano a scoprire questo gruppo emiliano

La copertina
17 novembre 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Nel biennio 1988-89 gli emiliani CCCP - Fedeli alla linea pubblicano due album fondamentali nella storia della musica rock italiana, ieri come oggi legata a mode e stili anglofoni scopiazzati al limite del ridicolo. I CCCP sono un’altra storia, un caso più unico che raro di creatività e indipendenza. Se il disco Socialismo e barbarie porta il gruppo dai fervori punk dei primi lavori a un terreno più scuro e claustrofobico, il successivo Canzoni preghiere danze del II millennio - Sezione Europa abbandona l’immediatezza per la riflessione. Meno chitarre, più tastiere. Meno grida, più preghiere. Ma le provocazioni non mancano. Il disco si apre con una traccia live tratta dal festival Arezzo Wave del 1988: Giovanni Lindo Ferretti intona Il Testamento del Capitano, canto tradizionale degli alpini, un vero inno contro la guerra accolto con grida e insulsi fischi finali dal pubblico.

Il brano era diventato molto popolare tra le truppe della Grande guerra del ’14-18. Di autore anonimo, trae le sue origini dal canto funebre cinquecentesco Il testamento spirituale del Marchese di Saluzzo; ovvero Michele Antonio, 11esimo marchese di Saluzzo, capitano delle armi francesi nel reame di Napoli, mortalmente ferito da un obice durante la difesa della fortezza di Aversa assediata dalle truppe borboniche, che nel 1528 esprime le sue ultime volontà fra i soldati riuniti attorno al suo letto di morte. Vuole essere diviso in parti e dato in dono a Patria, esercito e ai suoi cari. La leggenda narra che sarà proprio uno di questi uomini il paroliere degli ultimi istanti di vita del Marchese. Ne uscirà una lirica epica, ereditata poi dalla tradizione alpina che, all’epoca del Primo conflitto, la rese molto popolare sostituendo al piemontese delle origini un misto tra dialetto veneto e trentino. Per la serie: quando sono gli ideali a unire un Paese, non la sua lingua.

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