Due ragazze alla scoperta dello Yucatán

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Se diciamo che noi, due ragazze con lo zaino in spalla, abbiamo deciso di fare un giro in Messico in molti ci guardano perplessi. «È pericoloso lì, lo sapete?» chiedono scrutandoci come se fossimo un po’ incoscienti o forse solo ingenue. C’è poi chi, con l’espressione di chi la sa lunga, chiede se abbiamo dato un’occhiata ai consigli di viaggio sul portale della Confederazione... ché non si sa mai, perché l’altro giorno hanno sentito di altre vittime da qualche parte, in Messico.

Generalizzare è facile, ma in un Paese che copre tre fusi orari, ha poco senso farlo. Non ci siamo mai sentite in pericolo. Al massimo un po’ a disagio quella volta che a Valladolid abbiamo varcato una di quelle porte da saloon e ci siamo ritrovate in una bettolaccia di soli messicani (rigorosamente uomini) e di turisti nemmeno l’ombra. Quando abbiamo chiesto se c’era un posto ci hanno fissato a lungo in silenzio. Non ce n’era, e quindi non ne abbiamo la certezza, ma in quel posto caldissimo, con TV accesa, una decina di tavoli ravvicinati, probabilmente avremmo mangiato i nostri migliori burritos.

Spesso è proprio nei luoghi più improbabili che si trovano i piatti più buoni. Quelli sulla strada, due tavolini improvvisati, piazzati fuori da una veranda di una casa privata e i prezzi così bassi che non ci credi. Alcuni messicani ci hanno raccontato che nel paese dove vivono loro, a Bacalar, nel Quintana Roo, la gente nelle case dorme sulle amache e con le porte spalancate, perché fa caldo e nessuno si sogna di entrare in abitazioni altrui a rubare o a far danni. Una coppia di messicani in vacanza nello Yucatán ci ha però raccontato che a Città del Messico, dove vivono, se si gira alla sera
bisogna prestare molta attenzione a dove si va. Per quanto riguarda la sicurezza dunque, tutto dipende dalla città e dallo Stato in cui ci si trova.

Abbiamo scelto di visitare la penisola dello Yucatán, situata nel sud-est del Messico, che separa il Mar dei Caraibi dal Golfo del Messico. L’itinerario comprendeva i tre stati della penisola: Yucatán, Campeche e Quintana Roo.
A Cancún, dove siamo atterrate, siamo rimaste poco, giusto un hotel comodo per chiudere occhio all’arrivo. Siamo subito partite per Holbox, un’isola di sabbia bianca ancora poco battuta dal turismo di massa. Dopo la prima notte in una cabana con il tetto in paglia abbiamo capito due cose essenziali: l’aria condizionata è essenziale e lo spray anti-zanzare pure. Tra le attività più belle da fare e le emozioni più forti da vivere c’è sicuramente l’incontro con gli squali balena. Nuotarci accanto è una sensazione indescrivibile. È il pesce più grande del mondo, ma è inoffensivo per l’uomo perché si nutre solo di plancton e di piccoli pesci. Da non perdere lo snorkeling a Cozumel, isola a 20 minuti di traghetto da Playa del Carmen, per nuotare nell’acqua azzurro chiaro piena di stelle marine di «El cielo».

In un soggiorno in Messico non può mancare l’archeologia: in cima alla nostra lista c’era la blasonata Chichén Itzá, facilmente raggiungibile dalla città coloniale Valladolid. Va però detto che sono le zone archeologiche meno battute dal turismo quelle che abbiamo apprezzato di più. Tra queste il sito archeologico maya di Uxmal, che si trova nei pressi della calda Mérida. Dopo queste visite si può approfittare di qualche cenote per un tuffo rinfrescante nell’acqua dolce di queste grotte.

Ma l’escursione più affascinante è stata quella a Calakmul, la città perduta nella giungla. Dalla cima di una delle piramidi che svetta sopra le chiome degli alberi si gode di una vista incredibile sulla più grande riserva ecologica tropicale del Messico. Lassù il silenzio è rotto soltanto dai versi delle scimmie urlatrici. E se la giungla non bastasse, per vedere altri animali, Río Lagartos è sicuramente una buona idea, lì non mancano coccodrilli e fenicotteri: questi ultimi si nutrono di artemie saline, minuscoli crostacei che contengono betacarotene che gli conferiscono la tipica colorazione rosa. Questi crostacei sono responsabili anche della colorazione dell’adiacente Las Coloradas, la laguna rosa dello Yucatán. Un luogo incredibile che una volta visto è impossibile dimenticare.

SETTE COSE DA FARE

 

1. Tacos e margaritas

I primi una delizia per il palato, da mangiare con salsa piccante. Consigliati anche i jalapeños rellenos, peperoncini ripieni di formaggio. Da provare uno dei più famosi cocktail a base di tequila.

2. Rinfrescarsi in un cenote

Dopo le calde giornate niente di meglio di un tuffo rinfrescante nell’acqua dolce di queste grotte carsiche. Per gli amanti della speleologia, Rìo Secreto è da vedere.

3. Snorkeling a El cielo

Avete già visto un cielo stellato sott’acqua? Sull’isola di Cozumel è possibile… facendo snorkeling.

4. Siesta su un’amaca

E dopo tutte queste attività, non c’è nulla di meglio che un po’ di relax. Al mercato di Mérida si possono trovare amache di ogni colore e modello. Se in valigia c‘è ancora spazio è sicuramente un buon acquisto.

5. Archeologia

Chichén Itzá è un complesso di rovine maya molto conosciuto, nonché una delle sette meraviglie del mondo. Uxmal è un altro sito archeologico (meno turistico) che vale la pena visitare.

6. Passeggiare nella giungla

Calakmul è il luogo adatto per immergersi nella giungla, che si può osservare anche dall’alto delle piramidi maya che svettano tra gli alberi.

7. Lo squalo balena

Da giugno e settembre il periodo è perfetto per nuotare con il pesce più grande al mondo, che nonostante il suo nome è fortunatamente innocuo per l’uomo. Dall’isola di Holbox ogni giorno partono barche per questa escursione.