Scienze

Dalle Pfas (Sostanze perfluoro alchiliche) al Parkinson?

Presenti in diversi prodotti dalle vernici ai cosmetici, potrebbero essere legate a malattie del sistema nervoso. Lo afferma l'Università di Padova.

Anche nelle vernici
26 marzo 2021
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L'esposizione alle Sostanze perfluoro alchiliche (Pfas), presenti in diversi prodotti dalle vernici ai cosmetici, potrebbe essere legata a malattie del sistema nervoso come il Parkinson. Lo afferma uno studio dell'università di Padova presentato al webinar del convegno "Esposizione a Pfas e manifestazioni cliniche: strategie d'intervento sanitario" tenutosi oggi.

I Pfas sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Sono prodotti chimici difficilmente degradabili. Impiegati nell'industria per decenni, sono ancora presenti nell'ambiente e nella catena alimentare. Nella ricerca sono stati effettuati prelievi di diverse aree del tessuto cerebrale. In presenza di significative concentrazioni plasmatiche delle sostanze sono stati riscontrati importanti segni di accumulo soprattutto in aree costituite da particolari neuroni detti dopaminergici, come l'ipotalamo.

‘Vulnerabilità confermata’

"I dati preliminari suggeriscono un coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson”, spiega Angelo Antonini, responsabile dell'Unità Parkinson e Malattie Rare Neurologiche della Clinica Neurologica dell'Università di Padova. “Ancora non sappiamo se i Pfas possono poi determinare un'alterazione nei processi di degradazione della proteina alla base di questa malattia. Tuttavia, confermano una vulnerabilità di questi nuclei cerebrali e che i fattori ambientali insieme al profilo genetico giocano un ruolo importante probabilmente come fattore scatenante nel processo degenerativo".

Per verificare gli effetti biologici di queste sostanze sui neuroni dopaminergici sono state coltivate in laboratorio cellule staminali neuronali a diversi stadi di differenziamento, fino al neurone dopaminergico maturo. È stato osservato che i Pfas a concentrazioni simili a quelle ritrovate nelle aree cerebrali si integrano con le membrane neuronali, modificandone la struttura e la stabilità. "Per la prima volta si è dimostrato che nell'uomo queste sostanze chimiche possono modificare la funzione delle cellule nervose”, commenta Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell'ateneo patavino. “Ulteriori studi sono necessari per quantificare le conseguenze sulla salute delle persone. Le osservazioni che dimostrano una maggior sensibilità delle cellule neuronali non ancora mature fanno pensare che gli effetti dei Pfas possano essere più evidenti durante le fasi più sensibili dello sviluppo del sistema nervoso come nell'embrione".

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