Scienze

Coronavirus: mica facile non toccarsi il volto

È una delle norme di prevenzione fondamentali, ma fa a pugni con esigenze radicate nel nostro subconscio. E se ci dicono di non farlo, diventa ancora più difficile

(Ti-Press)
6 marzo 2020
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La principale norma dettata dagli esperti per evitare le infezioni come quella da coronavirus è non toccarsi il volto, ma è anche la più difficile da seguire perché è un'esigenza profondamente radicata nel subconscio. Lo sottolinea Kevin Chapman, psicologo e direttore del Kentucky Centre for Anxiety and Related Disorders, secondo cui anche l'invito stesso a non fare questo gesto produce l'effetto opposto.

"L'inclinazione a toccarsi il volto è un'abitudine estremamente umana - spiega Chapman sul sito Business Insider - perché questo gesto segnala che si ha coscienza di sé a chi ci sta intorno. Le persone sono portate naturalmente ad esaminare i volti degli altri e sono sensibili a diversi dettagli della faccia, quindi l'impulso potrebbe essere legato in parte alla naturale tendenza ad preoccuparsi del proprio volto e delle espressioni facciali, e di come vengono percepite dagli altri".

Uno studio del 2014 su Brain Research, continua l'esperto, suggerisce che il gesto di toccarsi il volto aiuta a regolare lo stress e la formazione della memoria. Lo stesso divieto potrebbe essere controproducente, afferma l'esperto, perché i pensieri soppressivi di solito non aiutano le persone a diminuire i comportamenti abituali. "Suggerirei un approccio più flessibile. Piuttosto che dirsi 'non mi toccherò la faccia in pubblico oggi' meglio pensare 'devo stare più attento a non toccarmi la faccia oggi. Si può anche cercare di tenere occupate le mani, ad esempio con una pallina antistress, o programmare delle sveglie sul telefonino che ricordino di non compiere il gesto".

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