Scienze

Le creme solari rilasciano inquinanti in mare

A lanciare l'allerta è l'Università di Cantabria, in Spagna: livelli di alluminio su del 4%, quelli di titanio del 20%

Foto archivio Ti-Press
14 agosto 2019
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Salvarci la pelle o salvare il mare: è il dilemma che inizia a prendere forma sotto l'ombrellone ogni volta che ci spalmiamo la crema solare.

Se applicata sulla pelle in maniera generosa e ripetuta, secondo le raccomandazioni dei dermatologi, aiuta a prevenire i danni da raggi ultravioletti e il rischio di tumori, ma non appena ci tuffiamo in acqua rischia di rilasciare tracce di metalli e nutrienti inorganici che potrebbero influire sull'ecosistema marino con conseguenze ancora sconosciute. A lanciare l'allerta è uno studio dell'Università di Cantabria, in Spagna, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

Le creme solari, come sottolineano gli stessi ricercatori, rappresentano uno dei fattori più interessanti da analizzare per poter quantificare il reale impatto del turismo balneare di massa sulle coste del Mediterraneo. Già da tempo questi cosmetici sono sotto la lente della comunità scientifica per alcuni ingredienti pericolosi per i coralli (come l'ossibenzone e l'octinoxate), eppure non sono mai stati valutati nel complesso per capire esattamente gli effetti dovuti anche alle altre sostanze chimiche in essi contenute.

I ricercatori spagnoli hanno iniziato ad affrontare la questione cercando di capire come avviene il degrado di queste lozioni a contatto con l'acqua marina. Per farlo hanno versato una comune crema solare (che usa il biossido di titanio come filtro anti-Uv) in un campione di acqua marina prelevata a Malaga, in modo da osservare come le goccioline della lozione rilasciano i loro componenti. Alluminio, silice e fosforo sono risultati essere quelli maggiormente dispersi, sia in condizioni di luce che di buio, ricreate per simulare l'effetto della crema solare esposta al sole o appena spalmata sulla pelle.

I dati sono stati poi usati per sviluppare un modello con cui simulare l'effetto dovuto all'ingresso in acqua dei bagnanti in vacanza sulla spiaggia in una giornata estiva come tante: i risultati dimostrano che nelle acque costiere si potrebbe registrare un aumento del 4% dei livelli di alluminio e un'impennata del 20% per quanto riguarda il titanio. Ora serviranno nuovi studi per capire quali effetti possano avere sull'ecosistema marino, considerando che normalmente queste sostanze sono presenti nel mare in quantità molto ridotte.

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