Scienze

Da cammello e medusa materiali per riprarare il corpo

Nuove frontiere della ricerca italiana nella medicina rigenerativa, con stampante 3D

Si studia anche il carapace del granchio (Ti-Press)
23 giugno 2019
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Dal pelo di cammello all'osso di seppia, dalla seta del ragno al carapace del granchio: sono sempre più numerosi i materiali di origine animale con cui si possono produrre gel, matrici e strutture tridimensionali da usare in medicina rigenerativa per riparare tessuti e organi del corpo come pelle, ossa, cartilagini, cuore e perfino cervello.

In futuro potranno essere stampati anche in 3D, per creare le impalcature su cui coltivare organi e 'pezzi di ricambio'. Ad aprire questi scenari sono gli studi condotti all'Università di Trento dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria industriale guidati da Antonella Motta e da quelli del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica di Nicola Pugno.

"La natura produce materiali avanzatissimi che non si possono riprodurre artificialmente: per questo nei nostri laboratori prendiamo ispirazione da piante, animali e insetti non solo per quanto riguarda le molecole usate, ma anche i processi produttivi, in modo da creare nuovi materiali e oggetti dalle proprietà inedite, che siano biocompatibili e capaci di interagire con le cellule del corpo umano per accelerare i processi di guarigione", spiega Motta.

Nei laboratori trentini sono già pronti biopolimeri nati dal carapace dei granchi, bioceramiche prodotte con l'osso di seppia e tanti altri materiali in attesa di essere sperimentati sull'uomo. Perché arrivino sul mercato, sottolinea l'esperta, "bisogna lavorare ancora molto sul versante delle normative e dei controlli di sicurezza che ne certifichino la qualità lungo la filiera".

 

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