Sviluppato dall'università della California, è il primo passo per (ri)dare voce a chi non può parlare
Un decoder basato sull'intelligenza artificiale traduce in parole l'attività del cervello. È il primo passo verso future interfacce cervello-macchina che restituiscano la capacità di parlare a chi non può più farlo a causa di incidenti o malattie come Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica. Descritto sulla prestigiosa rivista Nature, il dispositivo è stato sviluppato da un gruppo dell'università della California a San Francisco coordinato da Gopala Anumanchipalli.