Scienze

Più longevi i piccoli di giraffa con macchie larghe

Lo afferma l'università di Zurigo che ha partecipato a una ricerca assieme all'Università dello Stato della Pennsylvania

2 ottobre 2018
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I piccoli di giraffa con macchie più grandi e irregolari nel loro manto hanno più chance di sopravvivenza nei primi mesi di vita. Soprattutto poiché si mimetizzano meglio nella natura, sfuggendo ai predatori.

Lo riferisce un comunicato odierno dell'Università di Zurigo, che ha partecipato a un nuovo studio dell'Università dello Stato della Pennsylvania (nota come Penn State) che mirava a confermare l'ipotesi del 1968 sull'ereditarietà delle macchie di giraffa della dottoressa Anne Innis Dagg.

"La sua analisi proveniva da una piccola popolazione in uno zoo. Noi abbiamo usato giraffe selvagge e moderne tecniche di imaging e analisi per confermare le sue conclusioni", spiega Monica Bond, laureanda in biologia evolutiva e studi ambientali all'Uni di Zurigo, fra gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista "PeerJ".

La ricerca è stata effettuata in Tanzania sulle giraffe masai (Giraffa tippelskirchi), nota anche come giraffa del Kilimangiaro, la più grande specie appartenente al genere Giraffa.

Essa ha rilevato che due delle undici caratteristiche misurabili del manto - ossia la circolarità (quanto la macchia è vicina a un cerchio perfetto) e la solidità (quanto ben definiti sono i bordi) - sono significativamente simili nella madre e nella prole. E ciò suggerisce che questi tratti siano ereditati su linea materna.

Inoltre la forma, il numero, l'area e il colore delle macchie di questo mammifero artiodattilo africano non cambiano con l'età degli animali, il che consente di identificare gli individui in base al loro personalissimo pelame.

Ma oltre alla peculiare "livrea", il nuovo studio ha rivelato che le piccole giraffe con macchie più estese e irregolari hanno una maggiore sopravvivenza durante i primi mesi di vita, perché si mimetizzano meglio, sfuggendo alla vista dei predatori. Inoltre anche la migliore regolazione della temperatura e la comunicazione visiva potrebbero essere fattori che aumentano le chance di sopravvivenza.
 
 

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