Scienze

Poliomelite, ci sono ancora rischi

L'Oms prolunga le raccomandazioni temporanee per chi viaggia da e verso Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Nigeria, Kenya, Somalia e Siria

immagine tematica (archivio Ti-Press)
11 maggio 2018
|

Il rischio che il virus della poliomielite continui a diffondersi nel mondo esiste ancora. Per questo motivo il Comitato internazionale per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato, sulla base dei dati disponibili, l’estensione per altri tre mesi delle Raccomandazioni temporanee per le persone che viaggiano da e verso Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Nigeria, Kenya, Somalia e Siria.

La malattia può essere causata da tre ceppi denominati Wpv1, WPv2 e Wpv3, o in alcuni casi essere indotta dal vaccino. A livello generale, segnala l’Oms, continuano i progressi nell’eradicazione del ceppo Wpv1, il cui numero è rimasto basso nel 2018 (uno solo in Pakistan finora) e da ottobre 2017 non si è diffuso a livello internazionale. Desta preoccupazione invece la mancanza di progressi in Afghanistan e il numero di bambini che non possono essere raggiunti per la vaccinazione, soprattutto nelle regioni meridionali e orientali del paese. Città come Kandahar, Paktika, Nangarhar e Kunar rimangono inaccessibili e ci sono problemi a far accettare il vaccino. Ci sono circa 13mila bambini a Shahwalikot e 40mila che vivono nelle aree controllate dai militanti anti-governativi, mentre in Nigeria i bambini che vivono nello stato di Borno, non raggiunti dal vaccino, sono scesi da 160mila a 104mila. Il Comitato teme che possa esserci una diffusione del virus dalla Nigeria ai paesi del bacino del lago Ciad, dove sono presenti i miliziani di Boko Haram.

Per quanto riguarda i casi di polio derivata dal vaccino, la Repubblica democratica del Congo l’ha inserita tra le sue emergenze di salute pubblica, mentre in Siria non sono stati segnalati nuovi casi negli ultimi sei mesi. Destano preoccupazione i nuovi focolai che stanno colpendo Kenya e Somalia, dove si stima ci siano almeno 300mila bambini sotto i 5 anni che vivono in aree inaccessibili. I movimenti di popolazioni nomadi e rifugiati tra Etiopia, Kenya e Yemen rappresentano un rischio di epidemie.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔