Scienze

'Sorvegliati speciali': virus a rischio mutazione contagiosi per l'uomo

28 dicembre 2017
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A un secolo dalla peggiore pandemia di influenza che si ricordi, la Spagnola del 1918, la Società Internazionale di Infettivologia (Isid) fa il punto sulla situazione alla luce dei dati all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Sono 6 i virus dell’influenza attualmente in circolazione negli animali in tutto il mondo e che sono "sorvegliati speciali" perché a rischio mutazione. Potrebbero cioè prepararsi a fare il cosiddetto "salto di specie", diventando contagiosi per l’uomo. Sono tutti virus del tipo A e tre di essi sono di origine aviaria, vale a dire che circolano tra uccelli selvatici e pollame, mentre gli altri tre circolano tra i suini.

Volatili e suini sono infatti i "serbatoi" privilegiati dei virus dell’influenza: all’interno degli organismi animali i virus continuano a ricombinare il loro corredo genetico fino ad acquisire caratteristiche che permettono loro di aggredire l’uomo e poi di diventare contagiosi da uomo a uomo.

Dal 30 ottobre 2017, rileva l’Isid, risulta che i virus dell’influenza in circolazione in volatili e suini abbiano causato complessivamente sette infezioni nell’uomo tra Cina e Stati Uniti. In Cina i ceppi H5N6, H7N9 e H9N2 hanno causato tre infezioni nell’uomo e, di queste, quella provocata dal virus H5N6 è stata mortale. Tutti gli individui hanno inoltre contratto l’infezione dopo essere entrati in contatto con il pollame vivo.

Nessun segnale, invece, di un possibile contagio avvenuta da uomo a uomo e per questo motivo l’Isid rileva che, per quanto riguarda i virus di origine aviaria il rischio generale per la salute pubblica non è cambiato e la probabilità di trasmissione da uomo a uomo rimane bassa. I ceppi in circolazione nei suini sono H1N1, H1N2, H3N2 e hanno causato complessivamente quattro infezioni nell’uomo. Di queste, due sono state provocate dal virus H3N2. In tre casi l’infezione è avvenuta in seguito a contatti con gli animali, ma nel quarto caso non è stato possibile avere una conferma in questo senso. Pertanto, rileva l’Isid, non è possibile escludere che in questo caso ci sia stata una trasmissione da uomo a uomo.

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