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La Piazza parte bene. E per fortuna la politica guarda altrove

Giona Nazzaro ha iniziato bene, offrendo film che rispettano e rispecchiano lo spirito locarnese. Mentre dopo i discorsi delle autorità tutto tace sul fronte politico

Giona A. Nazzaro
6 agosto 2021
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Uno dei Leitmotiv di tutti i discorsi ufficiali dei primi giorni – quelli del presidente Solari o del consigliere federale Alain Berset o di altri ospiti ufficiali, a livello comunale, cantonale o internazionale – è il coraggio di aver scommesso su un’edizione totalmente aperta o quasi. Aver permesso cioè di ritrovare dopo un anno di astinenza il festival che conosciamo e amiamo, quel festival fatto di proiezioni pubbliche, di incontri con registi e attori, della Piazza Grande piena di migliaia di persone, di spazi per incontrarsi, discutere, ritrovare il piacere di stare insieme e gustare del buon cinema.

Se pensiamo a un anno fa o anche solo sei mesi fa, quando la macchina organizzativa della manifestazione inizia a mettersi in moto, non è stato sicuramente facile prendere questa decisione e quindi rendiamo merito allo staff del festival, presidente e direttori, di aver avuto il coraggio di fare questa scelta e soprattutto di averla resa possibile e praticabile senza troppe difficoltà, senza complicazioni impossibili da superare. Certo è necessario prenotare i biglietti in anticipo, in certe situazioni anche avere il Certificato Covid Cert, ma sono misure necessarie e accettabili.

Rimane solo l’incognita del tempo, speriamo che la Madonna del Sasso continui ad avere un occhio di riguardo come ai tempi del presidentissimo Rezzonico, e il festival si avvia questa sera ad affrontare il suo primo week end.

Se la prima scommessa era quella di decidere di poter avere un festival “normale”, la seconda era sicuramente quella del nuovo direttore. È ancora presto per esprimere giudizi, ma se ci limitiamo alla scelta dei film per la Piazza, Giona Nazzaro ha iniziato bene, offrendo film che rispettano e rispecchiano lo spirito locarnese: qualità e spettacolarità, attenzione ai gusti di un pubblico diversificato. Per un giudizio più approfondito aspettiamo la fine.

Tra le novità annunciate in questi primi giorni non possiamo dimenticare la nomina all’Università della Svizzera italiana dell’americano Kevin B. Lee quali Locarno Film Festival Professor for the future of cinema and audiovisual arts. Certo la notizia non tocca il grande pubblico, non porterà grandi cambiamenti, ma consolidare il rapporto tra festival e università è fondamentale per il futuro e per la presenza del festival a livello culturale internazionale.

Sul fronte della politica tutto tace… Se pensiamo che questa rubrica era nata cinque anni fa quando non mancavano da parte di alcuni politici (in particolare della Lega) attacchi diretti a festival e ai suoi finanziamenti, etichettando tutti i frequentatori del festival come pericolosi gauchiste… I finanziamenti sono aumentati a livello cantonale e federale senza opposizione, la destra tace, tutta concentrata sui molinari e ha dimenticato il festival. Speriamo che non sia un miraggio…

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