Fuori dal film

L’era della doppia faccina, tra festival, vaccini e covid pass

Anche questo Locarno 74 si adegua ai tempi, i tempi della società a due velocità tra certificati, prenotazioni, tutto a portata di click, di wi-fi, di app

5 agosto 2021
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Mentre rileggo il messaggio di posta elettronica in cui il capo del dipartimento invita tutti gli insegnanti del Cantone a procedere con la vaccinazione entro l’inizio della scuola, mi chiedo quanti dei Consiglieri di Stato siano vaccinati. Se lo sia Manuele Bertoli, che non ha lesinato velate minacce nel suo tradizionale ringraziamento di metà estate; se lo sia Norman Gobbi, che concede al Municipio di Lugano l’uso delle forze dell’ordine senza domandarsi troppo (o rivelare) quale sarà la loro funzione, se mantenere l’ordine pubblico oppure presidiare le vie della città affinché le ruspe possano placidamente devastare un bene pubblico. :(

Mi domando se anche lui sia un paladino dell’era della doppia faccina, parole sensate e scientificamente inoppugnabili durante le conferenze stampa, tutto un altro pensiero, però, ben nascosto dalla maschera caccia covid. :/

Anche questo Locarno 74 si adegua ai tempi, i tempi della società a due velocità, leggasi diritti. La paura della malattia, delle ospedalizzazioni, delle chiusure e delle quarantene ha costretto gli organizzatori a trasformarsi e a dare forma a un’edizione che cerca una mediazione tra dittatura del covid-pass e libertà individuale, inteso come diritto dei non vaccinati di seguire almeno qualche rassegna o film. Evocare i prolet di 1984 è probabilmente eccessivo, eppure è difficile non pensare a loro quando un pensiero unico scientificamente dimostrato si affaccia e si propone come gessetto che traccia la realtà. Muoversi tra i dati, le teorie, le interpretazioni è complicato e surreale almeno quanto lo sarà, quest’anno, l’accesso alle sale. Il nuovo festivaliero, infatti, sarà una sorta di neo-umano pandemico post catastrofe climatica: occhiali da sole per i momenti estivi, ombrello e giacca a vento per l’adeguamento inevitabile a questo agosto autunnale, mascherina pardata o azzurra, ma soprattutto occhi costantemente fissi sul cellulare.

Prenotare i posti a sedere, lottare con i tempi dell’informatica, pagare con la carta di credito, disdire, ridefinire programmi e prenotazioni, tutto a portata di click, di wi-fi, di app. ;(

Viene voglia di diventare un prolet, di abbracciare la vita dei reietti che, privi del passaporto vaccinale o semplicemente pietrificati dal dominio dell’informatica, si fanno villici non destrorsi e abbracciano l’esistenza lenta di chi non può partecipare a questa simil-vita igienica e libera dal virus.

Chi lo sa, forse è proprio in questa nuova casta di sottoproletari dei diritti (e, per ora, non economica) che si covano comportamenti sperimentali e innovativi: la progressiva riduzione dei luoghi di socializzazione, per esempio, renderà superfluo l’uso del telefonino, di internet, della tecnologia. La gente si incontrerà in quei pochi negozi di alimentari aperti ad uso degli untori, lo farà senza scriversi, senza infagottare i messaggi di emoticon, senza accordarsi, per caso. E vedersi potrà essere un atto spontaneo, quasi naturale. :)

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