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È morto il Cecc, fotografo e regista Rsi

Francesco Chiesa per oltre quarant’anni ha lavorato per il servizio pubblico. Nel 1994, era a Mogadiscio quando morirono Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Francesco Chiesa partecipò in qualità di teste al processo in Cassazione e quello in appello bis sul caso Alpi e Hrovatin
(Ti-Press)
12 gennaio 2023
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È morto il Cecc, Francesco Chiesa, regista e cameraman della Radiotelevisione della Svizzera italiana (Rsi). Lo si apprende dal personale messaggio di commiato che la collega conduttrice Francesca Margiotta consegna a un sentito post pubblicato in Facebook ricordandone un altro di una manciata di anni fa: "È stato davvero un grande onore incontrarti nel percorso. Poche ne ho conosciute di persone meravigliose e piene di vita come te", ha scritto.

Nato nel maggio del 1952 nel Luganese, Chiesa è morto mercoledì 11 gennaio, quest’anno avrebbe compiuto 71 anni. Per oltre quaranta anni è stato cameraman e direttore di fotografia alla Rsi, azienda in cui si è impegnato altresì come responsabile e formatore degli operatori, lavorando anche come regista per il programma Falò. Nel corso di così tanti anni, il regista "ha contribuito alla realizzazione di importanti documentari e reportage d’attualità e approfondimento", menziona l’azienda pubblica.

A Mogadiscio nel 1994

"Ricordo la pelle d’oca e l’ammirazione che ho sempre provato per lui, per il suo coraggio, per l’amore che ha per questa professione e che gli ha fatto sempre dire ‘certo che vado!’", rammenta Margiotta. "Tante volte ci ha raccontato le sue avventure – continua la conduttrice – le avventure dei giornalisti che vanno sui luoghi di guerra, quelli dove c’è la tensione, la povertà, il fomento". In particolare, Margiotta riporta alla mente il racconto che Chiesa fece durante una trasmissione radiofonica dell’attentato omicida alla giornalista e fotoreporter italiana Ilaria Alpi e al cineoperatore italiano Miran Hrovatin a Mogadiscio, mentre lavoravano a un’inchiesta sul traffico di rifiuti in Somalia. Era il 20 marzo 1994 e l’attentato costò loro la vita.

Quell’anno, Francesco era nel Paese dell’Africa orientale come inviato per conto di quella che allora si chiamava Rtsi per documentare la guerra civile. Chiesa alloggiava nello stesso albergo dei due colleghi italiani, lo si evince dagli atti processuali. Il 20 marzo, poco dopo l’attentato, con i colleghi il cameraman si era recato sul posto: "Quando siamo arrivati abbiamo trovato un sacco di gente, di curiosi, praticamente tutti somali; l’auto, ancora lì, ma i corpi non c’erano più (di Alpi e Hrovatin; ndr)", si legge nelle carte. Negli anni successivi infatti, Chiesa fu sentito in qualità di teste durante il dibattimento in Cassazione del 2000 e ancora nel processo d’appello bis. La trafila giudiziaria era iniziata nel luglio del 1998 con il processo di primo grado scaturito dalle indagini – due procedimenti penali inizialmente a carico di ignoti – aperte per il duplice omicidio.

Formatosi come fotografo ottenendo un diploma federale, fra il 1978 e il 1982 ha frequentato l’Université Paris VIII laureandosi in cinema e audiovisivi e sociologia. Oltre al lavoro svolto con passione, dedizione e acume per il servizio pubblico, Francesco Chiesa è stato consigliere comunale a Manno dal 1988 al 2000 e municipale, da quell’anno al 2012, militando nelle file del Partito Socialista. È stato inoltre membro degli organi nazionali del Sindacato svizzero dei mass media.

Alla famiglia intera giungano le più sincere condoglianze della redazione de laRegione. RED

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