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Come sta la Terra? Chiedilo a Marco Paolini

L’attore/attivista è stato ospite di ‘Emergenza Terra’, la prima conferenza di un ciclo che, kantianamente, si tiene a Mendrisio

Ieri, mercoledì 28 settembre, al Campus Supsi di Mendrisio, con Michela Daghini
29 settembre 2022
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La Supsi raggiunge 25 anni di attività costellati da un crescente successo: i 244 studenti del debutto sono diventati oggi quasi seimila! Tra le varie iniziative proposte per sottolineare l’evento, spicca ‘Emergenza Terra’, un ciclo di conferenze che ha preso il via mercoledì scorso, quando nella sede di Mendrisio è arrivato l’attore/attivista Marco Paolini per cercare qualche risposta agli interrogativi – ispirati dal grande Immanuel Kant – "Cosa debbo sapere? Cosa posso fare? Cosa posso sperare?". Il drammaturgo, regista e scrittore bellunese (classe 1956) ha esordito a sua volta con una domanda: "Che ci faccio io, qui, in un’università?". È stata una delle poche battute di Paolini, il quale ci ha sì abituati al suo modo di raccontare ben nutrito dall’ironia e che però si è fatto serio, molto serio affrontando la vexata quaestio del cambiamento climatico.

Benedetta Primavera (silenziosa)

Accompagnato sul palco dalla giornalista radiofonica Michela Daghini, ha ricordato un aspetto della protesta dei ‘gilets jaunes’ francesi forse sottovalutata dai media: "In campagna elettorale si scagliarono contro l’inerzia del governo uscente e, facili profeti, anche di quello entrante. Denunciavano anche il fatto che spostare nel tempo il problema, senza un accenno di soluzione, è criminogeno". Anche i media sono finiti nel suo mirino: "Le piogge acide ormai non fanno più notizia, non ci sono più nei sommari dei Tg". L’ecologia? "È un collante tra tante discipline che, presa una per una, non riescono a cavare che pochi ragni dal buco. Ma rimane un neologismo che molte volte decliniamo male, suffragando tuttavia l’idea che siamo parecchio in ritardo".

Dopo un plauso a Papa Francesco per la sua enciclica ‘Laudato si’’ che riecheggia la preghiera del suo santo omologo di Assisi e dove denuncia la stretta connessione tra crisi ambientale e crisi sociale, Paolini ha ricordato la figura e l’opera di Rachel Carson, cui va il merito d’aver lanciato il movimento ambientalista con il long seller ‘Primavera silenziosa’. Silenziosa perché, già in quel lontano 1962, cominciavano a sparire tordi, merli e fringuelli. Ammoniva quasi poeticamente la biologa/zoologa statunitense: "Più riusciremo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell’universo, meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo!". Con l’aiuto del Presidente JFK riuscì a ottenere la messa al bando del famigerato Ddt, prodotto chimico che prometteva miracoli prima che venissero alla luce i suoi nefasti effetti collaterali.

Sardine

"Per un attore – ha poi confessato Paolini – è quasi imbarazzante dover correre in aiuto agli scienziati. La mia arma è il teatro, con cui cerco di evidenziare quelle ‘trappole evolutive’ che inducono il pubblico, dinnanzi a dati eloquenti, a pensare sì, vabbè, ma chi se ne frega!". Attenzione anche alla cosiddetta "maledizione del consumatore", con l’industria che offre prodotti altamente inquinanti per poi concludere… ma sei tu che li compri! L’industria è altresì abilissima nel ricorrere al ‘greenwashing’, che sovente ha il sapore amaro della bugia, della verità nascosta sotto una coltre di polvere soffiata negli occhi: il mio prodotto rispetta l’ambiente, si rassicura. Poi vai a vedere da vicino (occhio alle etichette e ai foglietti illustrativi!) e ti accorgi che, guarda caso, c’è qualche componente dannosa.

Paolini ha infine sottolineato l’importanza di un disegno comune: "Magari non imboccheremo subito la strada giusta, ma dobbiamo muoverci". Però non poteva congedarsi se non con una battuta: "Ormai anche le sardine sono Prozac-dipendenti: vanno spavaldamente verso gli squali provocandoli con frasi tipo dài, fatti sotto… fammi vedere chi sei!".

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