Culture

Traviata senza ombre, Violetta in trionfo

La prima dell’opera di Giuseppe Verdi, diretta da Markus Poschner, è andata in scena venerdì al Lac di Lugano e si è chiusa in uno scrosciare di applausi

Un momento della prima de La traviata andata in scena al Lac di Lugano
(LAC/Luca Del Pia)
4 settembre 2022
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Venerdì sera al Lac di Lugano è andata in scena la prima di quella che forse è l’opera lirica più celebre di Giuseppe Verdi, ovvero La traviata, per l’occasione diretta da Markus Poschner, con la sapiente regia di Carmelo Rifici, e suonata dall’Orchestra della Svizzera italiana.

Le aspettative poco prima dell’inizio dello spettacolo erano molto alte, forse anche a causa della grande pubblicità riservata all’evento, e l’atmosfera febbricitante della Sala Teatro, gremita di pubblico, lo confermava. Un paio di minuti dopo l’orario d’inizio indicato sul programma, le luci si sono abbassate e l’orchestra, situata ai piedi del palco, è stata accolta da un grande applauso, giunto al suo apice nel momento in cui il Maestro Markus Poschner si è presentato di fronte alla platea. Lo spettacolo è iniziato e fin da subito il pubblico ha potuto ammirare quella che è una peculiarità di questa versione dell’opera di Verdi, ovvero degli interessanti giochi di ombre curati dal Teatro Gioco Vita, proiettati sullo sfondo, e i sipari di telo trasparente che, muovendosi sinuosi, hanno caratterizzato l’intera performance, separando all’occorrenza i vari luoghi rappresentati in scena.

Il primo atto è entrato subito nel vivo con un’eccellente interpretazione di Dell’invito trascorsa è già l’ora, seguito da quello che è uno dei numeri musicali più iconici dell’intera opera di Verdi e non solo, Libiam ne’ lieti calici, che ha trasportato definitivamente i presenti nel mondo di Violetta e dei Germont. La sala ha subito potuto notare come la voce di Violetta sia l’assoluta protagonista dello spettacolo grazie alla performance magistrale portata in scena dalla soprano Myrtò Papatanasiu, la quale ha dato dimostrazione di un’interpretazione che ha fatto brillare le sue qualità tecniche, vocali e recitative. D’altronde, il suo lungo curriculum e la presenza su alcuni dei più grandi palcoscenici al mondo non fanno altro che confermare e alzare il prestigio di quanto offerto dalla serata del Lac. Il primo atto si è chiuso in maniera trionfale sotto gli applausi di un pubblico entusiasta, quasi dispiaciuto di dover aspettare quindici minuti prima di continuare a vedere il resto dell’opera.

L’aspetto coreografico, curato da Alessio Maria Romano, è stato sicuramente centrale in tutta la rappresentazione, così come il proseguire del gioco di sipari e di divisione del palco, già citato, che sovente ha permesso lo svolgimento di più situazioni contemporaneamente, oltre a quella principale. Degno di nota è stato l’episodio in cui un’arpa, posizionata alle spalle della scena principale, veniva suonata sul palco anziché in fossa, mentre il ‘ricordo’ di Alfredo, reso visivamente molto bene grazie all’opacità data dal sipario trasparente, interpretava la sua parte.

Un momento davvero particolare, e che vale la pena menzionare, è stato il cambio dal primo al secondo quadro nel corso del secondo atto, quando il palcoscenico è stato riarrangiato da alcuni interpreti a sipario (quello principale) alzato. In seguito, i primi numeri del finale dell’atto II, Avrem lieta di maschere la notte e Noi siamo zingarelle, si sono svolti con la presenza di alcuni ballerini che si sono esibiti in danze e movenze che ricreavano, per l’appunto, atmosfere che ricordavano a tratti quelle del mondo tzigano, creando un curioso ma piacevole contrasto con la musica suonata dall’Orchestra e cantata dal Coro della Radiotelevisione Svizzera.

Un’idea particolarmente interessante, messa in scena nel corso dell’inizio dell’atto III, è stata quella di proiettare sullo sfondo e sui sipari alcune ombre rappresentanti maschere carnascialesche, nel momento in cui Violetta è stesa sul letto malata di tisi, sottolineando in maniera originale il fatto che, mentre lei è costretta al riposo, tra le vie della città, per contrasto, sta impazzando il carnevale. Il carnevale è poi stato rappresentato anche da persone in carne e ossa durante Largo al quadrupede, così come di consueto.

L’opera è terminata in un trionfo, nello scrosciare di applausi da parte del pubblico perdurato per diversi minuti, mentre tutti i protagonisti di questa Traviata salutavano il pubblico, presentandosi uno a uno. Inutile dire che la sala è tremata all’ingresso della soprano e del tenore protagonisti, Violetta e Alfredo, quest’ultimo interpretato da Airam Hernandez, così come per il baritono Giovanni Meoni, che ha vestito i panni di Giorgio Germont.

Quanto proposto dal Lac venerdì sera è stato dunque una performance di qualità che ha saputo valorizzare tutti i ruoli necessari per rappresentare la grande opera lirica dell’Ottocento e che ha intrattenuto il pubblico per quasi tre ore senza mai far calare l’attenzione.

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