Estate giallo-nera

I molti brividi de ‘L’uomo che volle essere Re’

La novella di Rudyard Kipling, che nascose uno dei più grandi racconti del secolo in una raccolta, assai più famosa

Rudyard Kipling e ‘Il risciò fantasma e altri racconti dell’arcano’

‘Giallo’ è una denominazione troppo comprensiva e una mera etichetta, anche se il genere è diventato nel tempo ancora più comprensivo. ‘Poliziesco’ è piuttosto desueto oltre che unilaterale. (Potrebbe dirsi, reciprocamente, ‘Delinquenziale’). ‘Detective story’ aggiunge l’investigatore privato a quello pubblico, e segnala giustamente la lingua della tradizione che ha creato, con Edgar Allan Poe, il genere. Il nome di Poe ci ricorda che quello del giallo è uno dei casi di genere che nasce e tocca subito uno dei suoi apici. Il Don Chisciotte è uno degli altri, riguardo al romanzo. Il noir è tra le prime evoluzioni del giallo, quasi un figlio che ha superato il padre. Il legal, o ‘avvocatesco’, è un sotto-genere. Il giallo-medico, sotto-sotto-genere dal largo successo non del tutto spiegabile. Terrore o horror, thriller, storie del mistero, del brivido, estendono ancora di più il territorio, complicando le cose o rendendole sempre più interessanti. Ma forse tutto si può ridurre al concetto di ‘tensione’, per semplificare e per estendere il territorio fino a limiti indefinibili. Fino al Canzoniere di Petrarca, in cui per di più c’è un morto. Una morta.

Anche in ‘L’uomo che volle essere Re’ ce n’è uno. Kipling si prese il lusso di nascondere uno dei più grandi racconti del secolo (o dei secoli, dato che visse 35 anni nell’uno, 36 nell’altro) in una raccolta di altro titolo, più famoso: ‘Il risciò fantasma’ (1888). Ma aveva 23 anni, e non sapeva cos’aveva scritto.

‘L’uomo che volle essere Re’ si può considerare racconto del brivido, in più di un senso. Brivido di tutti: lettore, narratore, protagonisti. Il narratore – chi dice ‘io’ nella storia, il giornalista del Backwoodsman che racconta – sente un lungo brivido nel vedere ciò che gli mostra uno dei due protagonisti, il sopravvissuto, il ‘viceré’. Il lettore lo sente, non metaforicamente, nei pressi di quella morte, terribile e grande a suo modo; il modo folle di uno che si fa Re per follia, che muore onorando il terzo punto del patto che leggeremo, dopo aver trasgredito uno dei primi due. Anche il grande caldo, quello che dà allucinazioni, dà i brividi. E così i grandi spaventi. E quando Carnehan racconta al giornalista quel che è successo nel Kafiristan, per due anni e mezzo, nel Kafiristan da cui è appena tornato a piedi, è scosso dai brividi della febbre e della follia.

Il patto

La prima parte è costellata, ironicamente, di re di ogni parte del mondo. Il giornalista aspetta fino a notte inoltrata, ogni notte, la notizia di un eventuale re deposto, o incoronato, o mortalmente ammalatosi... Una di quelle notti mentre sta per lasciare la redazione due uomini lo invitano a rientrare con loro, hanno una richiesta importante. Uno dei due ha avuto un’illuminazione: andare in Kafiristan, allora inesplorato, conquistare un villaggio, poi con gli uomini di quello un altro, con quelli dei due un altro... Piano elementare, razionale e attuabile. Come hanno fatto tutti gli altri re? Al loro amico giornalista (si erano incontrati una volta in treno e riconosciuti, per certi segni, per massoni) chiedono materiale per un minimo di documentazione sul Kafiristan, che è un buco nella mappa. Un buco riempito di montagne. Lui, sbalordito, assonnato e incuriosito, gli dà la mappa, il volume con la K di un’enciclopedia e tre ore di tempo. E i due, che l’hanno eletto a confidente, prima di andarsene gli leggono i termini del patto preso tra loro: "Il presente Contratto tra te e me stilato nel nome di Dio – Amen e così via – stabilisce che: 1. Tu ed io affronteremo assieme questa faccenda; vale a dire essere Re del Kafiristan. 2. Nessuno dei due, finché questa faccenda non sarà conclusa, poserà occhio su alcolici o su donna (...) onde evitare di cacciarsi in qualche guaio. 3. Ci comporteremo ambedue con dignità e discrezione e qualora uno di noi si trovi in pericolo, l’altro gli rimarrà vicino. Firmato in data odierna da entrambi. Peachey Taliaferro Carnehan, Daniel Dravot. Tutti e due Gentiluomini per comune accordo". Pochi giorni dopo, inizierà la vera storia, in un crescendo di tensione e in una potenza di racconto quasi ignota – leggendo altre letterature, accade di pensare alla nostra – alla narrativa italiana dei due secoli in cui è vissuto Kipling.

Due personaggi di commedia, fino a un certo punto, poi personaggi di un dramma, infine eroi di tragedia, senza più traccia di ridicolo.

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