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Nella Barcellona di Vázquez Montalbán (e di Carvalho)

Città delle speculazioni edilizie per le Olimpiadi, delle demolizioni e ricostruzioni. E dell’ispettore che ‘gironzolò per le strade riconoscendo tutto’

Di certi gialli, o noir, pare di non poter dire niente senza guastare la lettura.

Vorresti annunciare che Il centravanti è stato assassinato verso sera, sì, ma anche più o meno a quale altezza del libro. Puoi anticipare soltanto che sarà un po’ avanti nella storia. Circa lo sfondo nessun timore di turbare la lettura: il romanzo di Manuel Vázquez Montalbán è del 1988 e siamo proprio nella Barcellona delle speculazioni edilizie sui preparativi delle Olimpiadi di quattro anni dopo, provvidenziali e catastrofiche.

Senza quelle Olimpiadi la città non avrebbe il rilievo internazionale che oggi ha. Senza di esse non sarebbe tanto assalita da speculatori più recenti che si impegnano a spremerla finché possono.

Eppure l’investigatore Carvalho, cercando la Barcellona del suo passato, la trova: «Gironzolò per le strade riconoscendo tutto, passando in rassegna le strade della sua intera vita, di quasi la sua intera vita, e tutto era al proprio posto.» Altrove leggiamo che demolizioni e ricostruzioni sfigurano la città. Ma lì parlava Carvalho e qui forse Vázquez Montalbán, che sarà Carvalho almeno o solo per metà.

Poi si può riportare l’inizio, di certo, o prima ancora elencare i personaggi. Carvalho e Charo ovviamente, sua fidanzata e prostituta, Biscuter e Bromuro, la spalla di Carvalho e l’informatore, Bastè de Lyniola e Sánchez Zapico, l’uno presidente del Barcellona, l’altro del Centelles, «squadra con una storia di quartiere con una storia», entrambe le storie quasi finite, Marta e Marçal, altra prostituta e tossicodipendente amico di lei, Mortimer e Palacín, centravanti inglese del Barcellona il primo, l’altro del Centelles. Poi c’è la signora Concha, prima ad apparire, proprietaria della pensione in cui soggiorna Palacín, benefattrice (di panini e caffellatte) di Marta. Altro personaggio centrale: Camps O’Shea, «pierre» del Barcellona.

Riguardo all’incipit accennato, si deve notare che si comincia con una puzza, come si addice al genere e a una storia che si aggira per tutti i quartieri: alti, bassi e bassissimi. «La stanza puzza ancora di medicinali o di qualsiasi altra sostanza strana, borbottò mentalmente, mentre le narici le diventavano una proboscide mobile che cercava di captare l’anima profonda di quell’odore». Una puzza per la signora Concha ma che per altri è un odore: quello del linimento di cui abusa Palacín, l’ex gloria del Barcellona finita in una delle Americhe e richiamata dal Centelles, quasi quarantenne.

Tutto è regolato su Carvalho, com’è giusto. Carvalho lo scettico e il visitato dai rimorsi («Masticava silenziosi e incongruenti rimproveri contro se stesso per aver accettato l’incarico»). La prima caratteristica non si può nascondere, la seconda sì. Non è un ottimista, Carvalho, ma è circondato di lagnosi: Charo, Biscuter e Bromuro: «… mangiò in fretta perché sentiva il bisogno di uscire per strada a vedere o parlare con persone che non gli raccontassero le loro pene o le loro disgrazie, o le loro premonizioni di pene e disgrazie». Carvalho è il malinconico e l’ostinato senza fretta. Quando sembra che voglia lasciare ogni cosa per pensare ad altro, dare per chiusa la partita, un’intuizione aiutata dal caso la chiudono una volta per tutte. E il caso ha una parte notevole nel romanzo. O si tratta di «una combinazione magica», come dice Camps O’Shea.

A forza di dire poco, sto tacendo il nodo della vicenda. Lettere anonime di un lirismo minatorio, surrealistico e brutale annunciano la morte di un centravanti. Si comincia a indagare, Contreras da parte della legge, Carvalho da parte sua.

Mediatore tra la grande società calcistica e l’investigatore sarà Camps O’Shea, giovane intellettuale disilluso o mancato, che tenta l’ascesa sociale di ambito sportivo. Che cosa c’entrano in questo Marta e Marçal? E la signora Concha? E Palacín, alle cui apparizioni l’attenzione si accende e che, insieme a quella dell’ex campione, ha una vera stoffa da co-protagonista?

Strumenti usati dal caso, tutti, per allestire i suoi spettacoli.

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