Locarno Festival

L’immagine di Locarno75, un pardo per immaginare il futuro

Al concorso hanno partecipato più di 1’200 progetti provenienti da 80 Paesi da tutti i continenti: scelto quello dell’illustratore Vito Manolo Roma

Omaggio all’eredità novecentesca della manifestazione
1 marzo 2022
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Discontinuità rispetto alle precedenti scelte grafiche per raccontare un Festival aperto all’innovazione e alla sperimentazione di nuovi linguaggi. Così è spiegato il manifesto di Locarno75, scelto tra più di 1’200 progetti provenienti da 80 Paesi da tutti i continenti, risultato del concorso lanciato il 19 ottobre 2021 dopo il successo della prima edizione. Ha vinto il progetto ideato dall’illustratore Vito Manolo Roma (milanese, classe 1982), che per la giuria meglio di altri incarna il senso del 75esimo anniversario del Festival, celebrare una lunga storia d’arte e di cinema per avviarne una nuova.

L’immagine di Locarno75, che oltre a figurare sulla cartellonistica del Festival ne ispirerà i materiali promozionali e informativi, cartacei e digitali, è stata selezionata dalla direzione del Festival, Giona A. Nazzaro, Raphaël Brunschwig e Simona Gamba, e dall’Ufficio Comunicazione e Marketing guidato da Fabienne Merlet, avvalendosi delle competenze di un gruppo di consulenti esterni costituito da figure di primo piano del mondo della comunicazione, dell’arte e del cinema: Carlo Giordanetti (direttore creativo Swatch Group), Tobia Bezzola (direttore del MASI di Lugano), il regista Gabriele Mainetti (Freaks Out, Lo chiamavano Jeeg Robot) e Michele Jannuzzi (direttore Jannuzzi Smith e brand consultant del Festival).

Immagine dal carattere duplice, l’opera di Manolo Roma omaggia da un lato l’eredità novecentesca della manifestazione, con riferimenti alla pittura visionaria di nomi che vanno da Giorgio de Chirico a Salvador Dalí, e dall’altro incarna la commistione di forme e linguaggi dell’oggi tramite il tratto fumettistico, rotondo, la sottile ironia.

‘Se farà discutere sarò interessato a capire come’

Non è un cinefilo, è legato al cinema del passato. Lo ha colpito la cinematografia surrealista ed espressionista, è rimasto folgorato dagli anni Cinquanta e Sessanta, "un’epoca in cui si è fatto tutto quello che si poteva fare, in grado in un certo senso di creare l’eternità, immagini e immaginari che non invecchiano mai". Non è mai stato a Locarno e lo farà quest’anno, con il suo lavoro affisso ovunque. L’idea iniziale era un’altra. Galeotta fu una mostra sul surrealismo italiano, che gli ha fatto cambiare strada. "Ho sentito questa immagine più mia, meno vincolata alle logiche di una ‘commissione’". Così Vito Manolo Roma nell’intervista disponibile integralmente a questo indirizzo. "Prima di partecipare ho studiato la galleria dei manifesti del Festival e di fronte a tutta quella grafica e tipografia ho deciso di lavorare sull’illustrazione. Se farà discutere sarò interessato a capire come. Sicuramente un manifesto d’autore, se lo possiamo definire così, è un qualcosa che porta prestigio a chi ha il coraggio di farsene carico. Può essere una bella storia, forse un attimo fuori dagli schemi del classico manifesto festivaliero cinematografico".

A tutti i partecipanti al concorso, Locarno75 offrirà un accredito per l’edizione, e con esso la possibilità di continuare a essere parte della comunità del Festival.

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