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Con Flavio Stroppini nella Parigi del Re Lucertola

Da fan di Jim Morrison prima e come drammaturgo poi, ha scritto ‘Un cane senza un osso’: il live del 3 luglio 2021 alla Rsi è ora negli store digitali

Dallo Studio 2 alla forma podcast (© Rsi)
18 dicembre 2021
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Detto con le note ufficiali, “è una celebrazione, un viaggio nel tempo, un auspicio giocato tra voce, pianoforte, percussioni, chitarre, sintetizzatori, rumori e bisbigli. Un’esperienza intensa nella quale avvicinarsi alle ‘porte’”. Detto con le liriche di una canzone, “in questo mondo siamo stati gettati come un cane senz’osso”. Di ‘Riders On The Storm’, Flavio Stroppini si è preso un verso per scriverci e intitolarci un’opera drammatico-musicale dedicata al defunto leader dei Doors nel 50esimo della morte. Il tutto è andato in scena nello Studio 2 della Rsi di Besso, in collaborazione con la stessa Rsi. La ricorrenza non è esattamente quella odierna, perché il Re Lucertola (per gli Elii ‘Er Lucertolaro”) morì il 3 luglio del 1971. Oggi, pubblicata per la label parigina Another Music Records, registriamo la sola trasformazione di ‘Un cane senza un osso’ in show audio, o podcast, disponibile sui principali portali dedicati a questa forma di ascolto esplosa durante l’isolamento e divenuta appendice imprescindibile di forme alternative di comunicazione (i quotidiani, per esempio).

La ricorrenza del 50esimo, però, è stata rispettata in pieno. Quanto si ascolta su Spotify, Spreaker, Apple Podcast, Deezer, Podcastaddict e Podchaser è stato registrato dal vivo lo scorso 3 luglio da Riccardo Ruggeri (voce, chitarra elettrica, percussioni) nel ruolo di Morrison, con le musiche composte ed eseguite da Andrea Manzoni (Moog, synth, timpano, pianoforte a coda) e gli inserti sonori di Stroppini, anch’egli dal vivo, e con parti in olofonia (tecnica di registrazione e riproduzione sonora che simula le dinamiche dell’ascolto umano, per la quale è stata impiegata una ventina di microfoni). «L’idea era quella di mettere in scena Jim Morrison nella vasca da bagno di un appartamento di Parigi, nell’ipotetico suo ultimo flusso di coscienza», spiega il regista e autore ticinese. «Morrison si sentiva un poeta più che un rocker maledetto, com’è stato erroneamente dipinto nel film di Olver Stone, bellissimo ma che poco ha a che fare con il cantante. Qui abbiamo cercato di ricreare la sua visione del mondo, partendo dai sogni di bambino e arrivando fino all’ultimo».

Lunga canzone

Registrato da Claudio Kernen con Enea Adami e Gabriele Della Casa, montato, mixato e masterizzato da Yuri Ruspini, introdotto alla maniera del radiodramma (e con le voci di Margherita Coldesina e Matteo Carassini), ‘Un cane senza un osso’ – un po’ radiodramma già di suo – è una ‘lunga canzone’ che con l’incedere tipico della scrittura morrisoniana riporta ai giorni, ai pensieri e ai suoni dell’appartamento al terzo piano in Rue Beautrillis 17 a Parigi, nei giorni precedenti l’uscita di ‘L.A. Woman’, ultimo atto dei Doors con Morrison. Nelle stanze di questo palazzo del XIX secolo, ma pure nelle vie circostanti, Morrison scrisse una messe di appunti e poesie, anche abbozzate, ‘riscritte’ da Stroppini: «Ho affrontato quest’opera adattandomi allo stile dei Doors, senza l’utilizzo di citazioni, senza mai ricorrere a loro brani originali ma semmai ricreandoli, e senza servirmi di batteria e basso, cercando comunque di mantenere quello specifico clima». Tutto diventa più intimamente raccolto, senza che si perdano dinamiche e retrogusto rock. «Ho scritto leggendo biografie, cercando relazioni e significati tra le canzoni, lasciandomi trasportare da quest’onda sonora del cercar di far metafore agganciandosi solitamente ad acqua, aria e fuoco».

Di Flavio Stroppini regista teatrale e drammaturgo, dei suoi oltre trecento radiodrammi e podcast per Rete Due e dei suoi romanzi, qualcosa sappiamo. Andrea Manzoni, compositore produttore e performer (attualmente in tour con Michele Bravi), gli è assai vicino, in quanto fedele autore delle colonne sonore degli spettacoli di Stroppini. Riccardo Ruggeri – cantante di Lomé, Syndone e Lavatrici Rosse, ma anche performer e vocologo – ha vinto per due volte il Premio Demetrio Statos. A legare i tre, attualizzzando, è l’amore per Morrison: «Loro hanno iniziato a fare musica nei piano bar di Biella suonandolo, io da ragazzo volevo essere Morrison, prima di accorgermi che non so cantare e non so suonare nessuno strumento. Quello che so fare bene, invece, è invidiare qualsiasi musicista».

Chiudiamo con Stroppini, e con le arti visive. Sul proprio sito, la Rsi rende disponibile l’ascolto ma anche la visione di ‘Un cane senza un osso’, una doppia testimonianza del 3 luglio e insieme un ponte sul tempo che attraversa l’universo Morrison con la performance live allo Studio 2 e il suo audio originale, impreziosito però dal mix confluito nel podcast. «Abbiamo provato a mostrare tutte le potenzialità dell’audio oltre le normali applicazioni da podcast, e la risposta da parte del settore musicale a questo nostro viaggio sonoro di cinquanta minuti ci riempie di soddisfazione».

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