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'Alten Musik': Barocchisti e Coro Rsi insieme a Innsbruck

Il 28 agosto per chiudere uno degli eventi più importanti di musica sacra al mondo. Due giorni prima, anteprima asconese. Ce ne parla Diego Fasolis

Barocchisti (estratto)
21 agosto 2021
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«È importante per chiunque faccia musica antica nel mondo. Ci siamo stati tante volte, ma siamo ben contenti di tornare e per il concerto di chiusura, che ha sempre un suo perché». Contestualizzando: il prossimo 28 agosto, il Coro della Radiotelevisione svizzera e i Barocchisti diretti dal maestro Diego Fasolis tornano a Innsbruck per il rinomato Festival di Musica antica, occasione in cui le due compagini ticinesi tornano, dopo il silenzio degli ultimi tempi, a incontrare il pubblico. A Innsbruck ma anche ad Ascona, dove il 26 agosto è fissata una sorta di anteprima di quanto si ascolterà in Austria. Col morale risollevato da quel novembre 2020 in cui tuonò contro gli indimenticabili ‘5 posti in sala’, Fasolis guarda anche più in là di Innsbruck.

«Se la situazione non peggiora, e se non dobbiamo chiudere di nuovo tutto – dice alla ‘Regione’ – si dovrebbe poter ricominciare ad avere un po’ di pubblico in sala. Vedo che si sono riaccesi i contratti internazionali, siamo nella piena speranza che la vita artistica possa ricominciare. Con qualche limitazione, ma senza il disastro vissuto per più di un anno».

‘Sag beim Abschied...’

In Austria, Coro e Barocchisti si cimenteranno con una Messa da Requiem di Francesco Durante (1684-1755), uno dei compositori di musica sacra più acclamati della sua epoca. E sul sito ufficiale della manifestazione, di fianco a un bianco e nero di Fasolis, campeggia la scritta “Sag beim Abschied...”. Addio così spiegato, non senza una buona dose d’ironia: «L’intera stagione che seguirà Innsbruck sarà dedicata esclusivamente all’esecuzione di requiem. Il prossimo anno, l’unione tra Associazione Barocchisti e Rsi eseguirà solo musica funebre, anche perché l’idea all’orizzonte era che la Rsi non avrebbe continuato la collaborazione con noi, e noi eravamo già morti (ride, ndr). La mia sarebbe stata una piccola provocazione, e il fatto che il nuovo direttore ci voglia incontrare ai primi di settembre è forse la dimostrazione che la cosa ha sortito un effetto. Sulla prosecuzione della collaborazione potrò pronunciarmi soltanto dopo che ci saremo incontrati. Ma il fatto che Timbal non voglia la nostra fine fa onore a lui e ci resuscita». Perché «il mio sogno è quello di morire io, ma senza che muoiano i miei figli. Il Coro della Rsi e i Barocchisti sono un po’ i miei figli artistici e spirituali e vorrei tanto che potessero continuare anche dopo il mio pensionamento. E ci sarebbero tutte le ragioni perché questo avvenga».

Nelle intenzioni di Fasolis dovrebbe accadere anche altro: «Il mio sogno, che ritengo anche una cosa logica e giusta da fare, sarebbe quello di riunire le forze professionali che producono musica in Ticino e metterle tutte sotto lo stesso cappello, la Fondazione per l’orchestra della Svizzera italiana (Fosi), alla quale noi portiamo in dotazione quattro secoli di musica e la parte vocale, con il coro che non può mancare nel capolavoro di ogni compositore».


Coro della Radiotelevisione svizzera

Documento unico

Venendo a Durante, “le plus grand harmoniste d’Italie, c’est-à-dire du monde” per Jean Jacques Rousseau, e venendo al Requiem, i Barocchisti ringraziano il musicologo romano Francesco Luisi: «A metà anni Novanta, quando iniziai a dirigere – spiega Fasolis –, registrammo un disco dedicato a Durante. Già lavoravamo con il professore, un’autorità specialmente nel repertorio antico dal Duecento fino al Rinascimento. Durante è un autore che lui ama molto e del quale aveva trovato questa Messa da Requiem in sol minore, copiata tante volte nei decenni. I documenti sono tanti, ma ve n’è uno unico che solo lui aveva, scovato nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli (ora Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, ndr) e che attesta dell’esecuzione, forse la prima, in una versione ‘romana’, cioè a quattro voci con ripieni e organo. Questo ci permette di fare un unicum: esiste già un disco di quest’opera, ma in una versione molto più tarda, con archi, che butta un occhio non più verso il passato ma verso il futuro. Ma qui la scrittura è di tipo polifonico, più seicentesca che settecentesca e siamo contenti di fare noi questa operazione. Tra l’altro, oltre alle voci di ripieno, per ingrandire ancor più il suono ho chiamato un cornetto e tre tromboni per un raddoppio, e ho voluto con me Lorenzo Ghirlanda, musicista ticinese che sta facendo una grande carriera sia come trombonista che come direttore musicale. È l’occasione per unire le forze».

Fasolis, insignito dieci anni fa del dottorato Honoris Causa Papale per la Musica sacra, chiude con l’anteprima asconese: «Siamo stati ospiti per tanti anni delle Settimane Musicali, fino all’interruzione del rapporto avvenuto sulla mia offerta di portare ad Ascona la Sinfonia n.9 di Beethoven in memoria di mia moglie. Nonostante questo, noi continuiamo ad amare il pubblico del Locarnese e quando siamo stati chiamati per Innsbruck ci siamo detti che sarebbe stato bello replicare ad Ascona. Non ostacoliamo le Settimane Musicali, che iniziano in settembre. E poi, un coro della Radiotelevisione svizzera deve essere presente ben oltre il Luganese».

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