Architettura

Harvard condanna Philip Johnson, simpatizzante nazista

Via il suo nome da un edificio e dalla tesi di dottorato a lui intitolata. Vicino a teorie suprematiste, tentò di fondare un partito fascista in Louisiana

Philip Johnson (Wikipedia)
9 dicembre 2020
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Harvard condanna Philip Johnson e rimuove il suo nome da un edificio disegnato dal grande architetto che da giovane simpatizzò con le teorie della supremazia della razza del Terzo Reich. La Philip Johnson Thesis House, progettata da Johnson come tesi di dottorato, si chiamerà d'ora in poi semplicemente "9 Ash Street", l'indicazione dell'indirizzo sullo stradario di Cambridge. A chiedere la "damnatio memoriae" del celebre architetto erano stati nei giorni scorsi una trentina di intellettuali tra cui l'artista Xaviera Simmons, l'architetta del paesaggio Kate Orff e il professore di architettura a Princeton Mitch McEwen.

Citando il fascino esercitato su Johnson dal nazismo e la sua opera di proselitismo negli Usa negli anni Trenta, tra cui il tentativo di fondare un partito fascista in Louisiana, il Johnson Project Group aveva chiesto a Harvard e al MoMA, dove una galleria e una posizione curatoriale sono intitolate a Johnson, di cancellarne il nome. In una lettera diffusa sul sito online "Curbed", il gruppo aveva ricordato che, nel mezzo secolo in cui è stato al MoMA, dove ad appena 26 anni aveva fondato il dipartimento di architettura e design, nessun architetto o designer di colore è mai entrato nelle collezioni.

"9 Ash Street" fu progettata da Johnson, che ci abitò, mentre finiva il dottorato a Harvard negli anni quaranta: alla fine l'edificio, considerato un precursore della celebre Glass House di New Canaan in Connecticut, costituì la sua tesi di laurea. Premio Pritzker nel 1979, Johnson è morto a 98 anni nel 2005 dopo una lunga carriera in cui, dopo aver ripudiato a parole il passato nazista dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si è affermato come uno dei più noti architetti del Novecento firmando edifici iconici del postmodernismo tra cui l'AT&T e il Lipstick a Manhattan, la Crystal Cathedral di Garden Grove in California e il PPG Place di Pittsburgh.

Johnson considerava le simpatie naziste un peccato di gioventù: "Un capriccio" su cui non indulgere più di tanto, lo definì una volta all'intervistatore Charlie Rose. In realtà furono più di fantasie giovanili: influenzato dalle teorie del superuomo di Nietzsche, Johnson trovò nel Nazismo corrispondenze estetiche e ideologiche.

Momento chiave: quando nel 1932, durante un viaggio in Europa, partecipò a un raduno della Hitler Jugend a Postdam: "Impossibile restare estranei all'eccitazione, i canti marziali, il crescendo e il climax quando poi Hitler arrivò ad arringare la folla", rievocò decenni dopo al biografo Franz Schulze, secondo cui alla fascinazione di Johnson per il Nazismo non era estranea una carica sessuale alla vista "di tutti quei giovani biondi in pelle nera" che marciavano davanti al loro Führer.

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