Culture

I complicati e infelici intrecci familiari di Nicoletta Mondadori

‘La madre svagata e altre storie’ una serie di racconti che impegna il lettore

Particolare dalla copertina
22 novembre 2020
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Una varietà considerevole di ambienti ed eventi domina la nuova serie di racconti di Nicoletta Mondadori, ‘La madre svagata e altre storie’ (La vita felice, p.179, € 15), che si muove da realtà domestiche fino a episodi più articolati o neri. Ma l’autrice, va subito detto, non concede facilitazioni al lettore. In questa raccolta di racconti prevale infatti una dinamica dei turbamenti interni alle relazioni, capaci di increspare le stesse identità individuali. Si manifestano situazioni che sfuggono a un normale svolgimento, in movimenti che parrebbero oltrepassare una realtà ordinaria. Come se uno strano, indefinibile handicap circolasse un po’ ovunque, nei vari personaggi proposti, in prevalenza femminili. Si impone un senso pervasivo di strana incompiutezza nei destini, come se la sorte e il caso impedissero una lineare, umana scioltezza nel vissuto. Eccoci allora di fronte a complicati e infelici intrecci familiari, mentre la narrazione si produce in frequenti sconnessioni interne, in strappi certo voluti, a tratti anche piuttosto ardui per il lettore, che a volte se ne trova spiazzato.

Si avverte la presenza costante della morte (‘La morte serena’ è il titolo di uno degli ultimi testi) come minaccia, ma anche e soprattutto come evento che incrina la normalità delle circostanze. Si impone un senso della complessità molto accentuato, anche nella dimensione domestica, dove in effetti sempre esiste – e tutti noi lo sappiamo bene – anche se non ce ne accorgiamo o ne evitiamo il confronto. Magari vi si affacciano figure in apparenza trascurabili, ma per noi di impronta sinistra. Insomma, c’è sempre un rospo, come nel racconto omonimo, che si interpone, con le sue proverbiali orrende fattezze, o agisce l’impossibilità ad esprimersi normalmente, come nel racconto della piccola che non riesce proprio a parlare. Però la ragazzina suona il piano e il clarinetto, ed ecco che nel libro la musica si impone, come (ma non solo) in questo bel passaggio: “In quel cortile avevano tante volte provato il ‘Concerto per due violini’ di Bach (BWV 1043); gli spartiti appoggiati alle cassette della verdura che i contadini si erano ingegnati a trasformare appoggiandoci sopra dei legni, ben piantati con i chiodi, alla cui estremità stavano delle tavolette sempre in legno legato con solidi spaghi. Ormai tutta quella gente fischiettava le musiche orecchiate anche nei campi di grano”.

Con la musica si manifesta anche la forza espressiva della poesia; lo vediamo più volte nei racconti di Nicoletta Mondadori, per esempio in quello che si chiude con i versi di Ungaretti, da ‘Sentimento del tempo’. 

Un libro, insomma, di una scrittrice che si muove più sulle situazioni (descritte nei molti dettagli), sugli affanni psicologici e sulla sofferenza dei personaggi che sulla meccanica dei fatti, sulle trame interne dei racconti. Un libro denso e impegnativo che ogni volta ci chiede di tornare sui nostri passi per meglio cogliere il senso dei suoi intrecci.

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