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Più di mille: gli organizzatori di concerti non esultano

Con le nuove disposizioni "cambia poco": le forti preoccupazioni espresse da Jacky Marti, patron di Estival Jazz, e Michele Gatti di Horang Music

Jacky Marti, Mister Estival (Ti-Press)
12 agosto 2020
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«Un match di football non è un concerto di musica classica, così come un concerto rock non è paragonabile a una fiera», e pertanto «non ci sono soluzioni applicabili a tutti indistintamente». È con le molte distinzioni annunciate da Alain Berset che si rimetterà (o si tenterà di rimettere) in moto la macchina dei grandi eventi, attesa a confrontarsi presto – non prima di settembre – con i criteri di sicurezza da accompagnarsi al via libera a quelli oltre i mille spettatori, annunciato oggi. A leggera distanza di luogo e di ora, a Berset si aggiunge attraverso la Regione Manuele Bertoli, direttore del Decs: «Per la cultura è una buona notizia anche se la gestione di numeri elevati di persone rimane molto impegnativo, ma non sono certo che lo sia per la gestione della pandemia. Comunque si approfondiranno le conseguenze dell’applicazione dei piani di protezione di questo tipo, per capirne tutte le implicazioni».

L’incremento di pubblico, in ambiti musicali di piazza, quindi con numeri elevati d’affluenza, non è esattamente un plebiscito. A partire da Jacky Marti, che il 29 aprile scorso, nell’annunciare il rinvio del suo Estival Jazz al prossimo anno, ventilava l’ipotesi di un’edizione invernale, se i posti in sala l’avessero consentito. «Con le nuove disposizioni, per Estival cambia davvero poco. L’idea invernale si sta rivelando troppo complicata. E poi: come fai a saperlo adesso? I casi in Svizzera aumentano, sono elevatissimi anche oggi. Si provi a moltiplicare per 7,5 e ci si chieda quanti casi di contagio sarebbero i nostri rapportati all’Italia. Perché l’Italia non ha duemila casi al giorno. Qui è decisamente peggio. Ma penso anche ai mille casi al giorno in Germania, nazione che è tornata ai livelli di maggio. Quindi, possiamo immaginare ora quale sarà l’evoluzione?». E con riferimento allo sport: «Il problema, per la musica, non è il numero di spettatori. Per una partita di hockey si può anche ipotizzare di chiedere i dati di tutti. In una piazza, in un evento gratuito come Estival, sarebbe solo pensabile?». Con l’idea al chiuso «davvero troppo complicata», decisione «impossibile da prendersi se non d’accordo con gli sponsor», in questo particolare momento a Estival Jazz sono tutti orientati a preparare bene l’edizione del prossimo anno. «Anche perché negli ultimi anni, in questo settore – conclude Marti –è cambiato tutto. Organizzare concerti è diventato qualcosa di estremamente complicato».

Da organizzatore a organizzatore, a Mister Estival fa eco Michele Gatti di Horang Music, sempre guardando ai numeri: «La situazione a livello globale è ancora molto grave e incerta. Serve pertanto grande cautela. Staremo a vedere». Per quel che concerne l’impresa luganese, «abbiamo cancellato o spostato tutti gli eventi al 2021, specialmente quelli in cui potevamo ipotizzare una certa affluenza di pubblico. Inoltre, restiamo in attesa di indicazioni chiare sui parametri di sicurezza, capienze e quant’altro, che al momento non sono note. Perché uno spettacolo – e qui l’eco con Marti è perfettamente sincrona – non si fa dall’oggi al domani».

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