Cinema all'aperto

Chiasso, Proiezione Grande Velocità: la scelta di Marco Müller

Lo storico-critico ha scelto 'The Night of the Hunter' (La morte corre sul fiume) di Charles Laughton. Lo presenterà giovedì 9 luglio, in prima persona

Marco Müller (Ti-Press) con relativo film
8 luglio 2020
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"Un film unico, magico e inafferrabile. Emoziona e cambia a ogni visione. Perché è un microuniverso, un mondo chiuso completo e affascinante, ma da interpretare. Una cine-allucinazione, una “fuga” (in senso musicale e cinematografico, ma anche letterale) delirante visionaria come poche nel cinema hollywoodiano prodotto da Paul Gregory per la United Artists. Un’opera si nutre – ed è sintesi - di incontri-scontri di stile, tono e registro (anche: narrativo)".

Sono parole di Marco Müller che anticipano la proiezione di 'The Night of the Hunter' (La morte corre sul fiume), film di Charles Laughton del 1955. È l'appuntamento di domani, giovedì 9 luglio, con il cinema all'aperto nell'area parcheggio del Palapenz di Chiasso. Così come già fatto da Lili Hinstin, direttrice artistica del Locarno Film Festival, che lo scorso 2 luglio aveva introdotto 'Comizi d’amore' di Pier Paolo Pasolini 'sul posto', Müller – storico e critico di cinema, già produttore cinematografico e direttore di festival (Roma, Venezia, Locarno) – introdurrà il film in prima persona, presenziando al penultimo degli eventi di 'Proiezione Grande Velocità', quella parte di 'Cinestate' offerta dal Comune di Chiasso (insieme al 'Cinequartiere', che chiuderà il 27 agosto) e affidata all'Associazione Grande Velocità. Apertasi lo scorso 18 giugno in formato drive-in per le prime due serate, la proposta curata da Aline d'Auria è continuata in forma di cinema all'aperto. Terminerà giovedì 16 luglio con la proiezione di 'The Salt of the Earth' di Wim Wenders, pellicola selezionata da Alberto Cano, direttore artistico del Lake Como Film Festival e curatore dei Lunedì del Cinema Gloria. Prima di Hinstin, Müller e Cano, Gregory Catella aveva scelto ‘Madame’ di Stéphane Riethauser, Frédéric Maire ‘Si alza il vento’ di Hayao Miyazaki e la Biennale dell’immagine ‘E.T.’ di Steven Spielberg.

"È l’unico lungometraggio diretto dal leggendario attore britannico Charles Laughton (otto anni prima era stato re-inventato da Bertolt Brecht come Galileo anglofono – un’esperienza che ha lasciato tracce nel film)", scrive ancora Müller sulla pagina di Spazio Lampo, illustrando la sua scelta. "Sceneggiatura appuntita di James Agee (basata su un solido romanzo gotico rurale di Davis Grubb), fotografia di Stanley Cortez (mago delle luci dei grandi film noir) fanno da contrappunto a un cast eccezionale di attori tutti in stato di grazia: una meravigliosa debuttante (età: cinque anni), Sally Jane Bruce, e un “piccolo divo” che Laughton fa recitare contro tutte le convenzioni hollywoodiane, Billy Chapin; Robert Mitchum, un indimenticabile “cattivo”; Shelley Winters, perfetta nel difficile ruolo di provinciale ingenua; e per finire, una sorta di personaggio materno archetipo delle favole (Laughton cercava un’attrice che fosse credibile in un ruolo da “Mamma Oca”), interpretato dall’icona del cinema muto Lillian Gish".

È sull'attrice che si concentra ancora Müller: "Non è fuori posto in questo film 'moderno' e anacronistico al tempo stesso fuori dal contesto produttivo del cinema degli Studios dell’epoca", ricordando come Laughton si fosse fatto proiettare più volte, prima dell’inizio delle riprese, "i classici muti di Griffith e Ince". Con l'intenzione – e qui le parole diventano di Laughton – di “riportare nel cinema sonoro il potere di affascinare che aveva il cinema muto. (…) Quando ho iniziato a andare al cinema, all’epoca del muto, la gente sedeva dritta e si proiettava in avanti, risucchiata dal film. Ora stanno semisdraiati, distratti, mangiucchiando pop corn o dolciumi. Vorrei rivederli belli dritti”. Una sfida che per Müller "è valida anche oggi".

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