Culture

Politica ‘senza’, politica ‘con’

La regressione morale e civile del dibattito pubblico nel saggio di Andrea Ghiringhelli

9 marzo 2019
|

La saggistica politica non ha vita facile, né qui né altrove. Le persone che si occupano di questioni pubbliche (nei patriziati e nei comuni, nei partiti, nelle associazioni e nelle istituzioni) formano un piccolo esercito, ma per la maggior parte di loro l’interesse si esaurisce nel recinto della “politique politicienne”. Le cose da fare, insomma; il resto è arida teoria, che non attizza ardenti passioni. La riflessione sulla politica rimane confinata nei cenacoli degli specialisti.

Eppure non è sempre stato così. Nell’Ottocento i più colti e autorevoli pubblicisti sapevano farsi ascoltare, alcuni di loro godevano di ampio credito, proprio per la capacità di coniugare l’attività di governo con doti analitiche perfezionate con lo studio. Ancora oggi chi desidera conoscere la “storia patria”, ovvero la nascita e lo sviluppo del canton Ticino, deve far capo alle pagine di Vincenzo D’Alberti, Stefano Franscini, Carlo Battaglini, Romeo Manzoni, Alfredo Pioda, Gioachimo Respini. Nel 1936 un protagonista di quella stagione, Brenno Bertoni, incaricato di introdurre la sezione “scrittori e oratori politici” dell’antologia ‘Scrittori della Svizzera italiana’ (vol. II), osservò che in questo campo “la Svizzera italiana, per quanto sia una oscura provincia, non vi fa una cattiva figura”. Trent’anni dopo Giuseppe Martinola, preparando un analogo florilegio (‘Il pensiero politico ticinese dell’Ottocento’), confermava il giudizio del Bertoni, anche se la selezione dei brani compiuta dall’illustre curatore “consistente in una scelta di elogi funebri” non era proprio da considerarsi felice, chiosava ironicamente Martinola.

Purtroppo quest’ultima iniziativa è rimasta isolata; nessuno, dopo di allora, ha raccolto il testimone per compilare un volume che offrisse un quadro del “pensiero politico ticinese del Novecento” (questo è invece avvenuto per la letteratura). L’impresa sarebbe però auspicabile, dato che non mancano i testi esemplari, dall’opuscolo al saggio, dai libelli gettati nella mischia elettorale ai diari da consegnare ai posteri come testimonianza di una vocazione.

Si dirà ch’erano altri tempi. Vero. Il contesto è radicalmente cambiato. Al centro non abbiamo più la stampa con i suoi prodotti (gazzette, periodici, almanacchi, fogli volanti, libri), ma la radio, la televisione, le reti sociali, un oceano mediatico in cui non è facile orientarsi: troppi gli inganni, le seduzioni delle sirene digitali, gli sviamenti pilotati da forze oscure, imperscrutabili. Meglio, in questo campo, tornare alla tradizione, per esempio alle riflessioni che Andrea Ghiringhelli va sviluppando da diversi anni sulle colonne di questo quotidiano. Ora Ghiringhelli – storico, già direttore dell’Archivio di Stato – ha raccolto una trentina d’interventi in un volumetto il cui titolo, ‘Politica senza’, richiama alla mente ‘Un paese senza’ di Alberto Arbasino.

Il saggio registra dunque un’assenza, la graduale sparizione degli elementi costitutivi del buon governo, della corretta amministrazione, di leale confronto tra gli attori presenti nell’arena pubblica. Lo fa raccogliendo e dipanando i fili della nostra storia, le travagliate vicende che dal secolo decimonono portarono alla nascita dei partiti moderni e allo sviluppo tanto impetuoso quanto disordinato dei giornali, testate perlopiù schierate, utilizzate dal notabile di turno come clave per delegittimare o schernire gli avversari politici.

Purtroppo alcune tare di quel passato sono rimaste incastonate nel corpo della polis; anzi, alcune hanno dato luogo a cellule tumorali. Di qui l’invito dell’autore a ritrovare la bussola, a riscoprire princìpi e virtù, a lasciarsi alle spalle la “brutta politica”. Ma per risollevarsi è necessario avviare un’opera di rigenerazione che restituisca alla politica la dignità perduta: compito che spetta in primo luogo alla scuola, attraverso l’educazione civica; agli intellettuali, troppo spesso silenti o distratti; ai partiti e ai sindacati, ora prigionieri del breve termine. Una “politica senza” non può che portarci nel baratro; solo una “politica con” (con etica, qualità, inclusione, spazi di confronto, onestà) sarà in grado di invertire la rotta e di riossigenare gli spazi della partecipazione democratica.

Il volume sarà presentato a Lodrino, nella Sala patriziale, martedì prossimo 12 marzo alle 20.30 da Jacques Ducry e da Matteo Caratti in presenza dell’autore. Organizza l’incontro l’Associazione Amici di Giovanni Bassanesi.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE