Culture

'Io me ne frego, ripiego sul mio alter ego'

Ascoltando (con piacere) Nic Gyalson, dall'incubo notturno 'Underneath my feat' fino all'italiana 'Qualcosa si trova'

(Nick Gyalson by night)
23 ottobre 2018
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Pensando a un video per ‘Underneath my feet’, estratto dal primo di una serie di ep che nel 2019 finiranno tutti in vinile, Nic Gyalson dev’essersi fatto questa domanda (o almeno ce la siamo fatta noi): “Visto che si parla di ego e alter ego, perché non dare un significato alle tre letterine recitando in prima persona, curando la regia e la fotografia del video in prima persona, nell’ambito di un album di cui rispondere in prima persona (e inciso con poche persone, Dario Pedrazzi e Serena Maggini)? Gestire le immagini riesce naturalmente bene a un tecnico del suono e cameraman come Nic, che un piede nel cinema ce l’ha sin dai tempi himalayani del Ladakh, a fianco del padre Fulvio Mariani in un viaggio tra ghiaccio e deserto sfociato in ‘Alluvision’, esordio discografico nel quale i feticisti dell’organo Hammond avranno goduto. Soprattutto in ‘Love giver’ (nonno Ennio, se ci sei facci un fischio come in ‘Per un pugno di dollari’) e in altri brani in cui il bravo Nic, dentro il Leslie (l’aggeggio rotante dal quale escono i brividi dell’hammond), oltre alle mani ci aveva messo pure la propria voce.

Tornando a ‘Underneath my feet’. Dovremmo celebrare l’oscurità di un brano, e lo facciamo con piacere lodando un incubo audio e video interamente notturno, prodotto di “un’avventura stremante ma al contempo stupenda, che mi ha permesso di mettermi alla prova dal punto di vista tecnico, fisico e psicologico”, per usare parole del suo autore. Quando, però, torna la luce del giorno a illuminare questo ep chiamato ‘You could almost’, la vetrina della nostra personalissima recensione se la prende l’ego italiano di Gyalson, che nella lingua di Dante si produce in un pregevole e misurato pop-rock con inserti tre quarti chiamato ‘Qualcosa si trova’, con menzione al verso“Io me ne frego, ripiego sul mio alter ego”, da noi rubato (vedi all’inizio). La composizione e l’esecuzione di questa traccia 3 sono degne dello spirito libero e un po’ menefreghista di Ivan Graziani, a ricordare il quale contribuiscono il cantato distaccato del menefregante Nic e la chitarra che fu del cantautore fiorentino andato via troppo presto, lasciandoci in eredità il suo catalogo e Filippo (che dell’Ivan è figlio). Le dissonanze finali in ‘Qualcosa si trova’ gratificano l’ascoltatore quanto l’hammond davanti a tutto, bottiglia analogica con messaggio lasciata al destino dell’odierno mare digitale.

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