Culture

Lupo Alberto pedala sul lago di Lugano

Incontriamo Silver, ospite della Fiera del fumetto di Lugano per la quale ha creato un racconto con protagonisti Lupo Alberto, Enrico la Talpa e molta Svizzera…

20 settembre 2018
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Lupo Alberto, il personaggio che dà il nome al popolare fumetto, ma anche la sua eterna fidanzata Marta la gallina, e poi Enrico la Talpa, Mosé il cane, Krug il toro, Alcide il maiale e molti altri animali umanizzati. «Infatti all’inizio non avevo in mente un personaggio come protagonista: era più la fattoria nel suo insieme» ci ha raccontato Silver, nome d’arte di Guido Silvestri, il creatore della Fattoria McKenzie, come originariamente si doveva chiamare la serie.

Silver sarà l’ospite d’onore della Fiera del fumetto di Lugano, al Palazzo dei Congressi dal 28 al 30 settembre; e Lupo Alberto sarà il protagonista dell’albo speciale che, come da tradizione dell’evento organizzato da Fabio Baudino, sarà regalato ai visitatori paganti della fiera. ‘Il caso dei buchi’ è il titolo della storia scritta da Silver che ha ironizzato sui vari luoghi comuni che associa alla Svizzera – l’Emmental, Heidi, la mania per l’ordine «e Massimiliano Pani (il figlio di Mina, ndr) che per me è il volto di Lugano» – la cui copertina è opera di Claudio Villa, disegnatore che gli appassionati di fumetti conoscono per tutt’altro genere di lavori, visto che è il copertinista di Tex. Ma la scelta non stupisce Silver: «Claudio Villa l’ho tenuto a battesimo, anche se certo non da solo: quando Alfredo Castelli (il creatore di Martin Mystère, ndr) e io facevamo i direttori di ‘Eureka’ nei primi Ottanta, un giovanissimo Claudio Villa ha fatto cose per noi… l’ho visto crescere e sono molto felice che sia diventato uno dei più importanti disegnatori italiani».

Fumetto umoristico e fumetto “serio”, d’avventura o di supereroi: com’è il rapporto? «È come la differenza fra una tragedia e una commedia: sono due aspetti diversi dello stesso linguaggio, ma non appartengono a due mondi separati. Infatti ci sono fumetti umoristici che raccontano storie drammatiche e viceversa». E la capacità di Lupo Albero di affrontare temi importanti la dimostrano – oltre a numerose storie “impegnate” – le molte campagne sociali nelle quali troviamo personaggi della fattoria McKenzie.

Lupo Alberto è nato negli anni Settanta, con storie nel classico formato a strisce. Influenze, modelli? «Sì, strisce in bianco e nero pubblicate sul settimanale ‘Il corriere dei ragazzi’. Si rifaceva un po’ alle strisce americane, quelle che ho amato e che amo ancora: Peanuts, B.C., Pogo di Walt Kelly… e più indietro nel tempo Krazy Kat. Poi Lupo Alberto è andato avanti: le storie si sono sviluppate, il colore… è stato un continuo crescere del personaggio». Anzi, dei personaggi perché, come detto, la serie è molto corale anche se «la storia d’amore tra Lupo Alberto e Marta la gallina è diventata la chiave di volta di tutta la serie, per quanto Enrico la Talpa è venuto fuori molto bene e anzi è il personaggio che ultimamente mi diverte di più».

Tornado a Lupo Alberto: per il nome ci si è ispirati all’attore Alberto Lupo, molto conosciuto negli anni Sessanta? «Come detto, all’inizio non era il protagonista ma uno dei tanti personaggi… e al momento di dargli un nome, mi è venuto fuori Alberto, forse una associazione inconscia, ma non ho mai avuto intenzione di giocare sul nome». Peraltro, «quando un editore voleva fare un libro con le prime strisce, mi era sembrata una buona idea che fosse lui a scrivere una sorta di prefazione». E l’attore «si rese disponibile», conclude Silver, anche se poi non se ne fece nulla.

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