Fotografia

Palazzo Reale di Milano celebra il fotografo Richard Avedon

L’esposizione è visitabile sino alla fine di gennaio e racconta la storia di oltre sessant’anni di carriera tra fotografie di moda e di personaggi famosi

Nastassja Kinski nell’immagine manifesto della mostra milanese
(Keystone)
1 gennaio 2023
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Palazzo Reale di Milano dedica al celebre fotografo statunitense Richard Avedon un’esposizione che ne racconta gli oltre sessant’anni di carriera, visitabile fino al 29 gennaio prossimo. Avedon, nato a New York nel 1923 e morto in Texas nel 2004, è uno degli indiscussi maestri della fotografia del Novecento e in mostra sono allestiti oltre cento suoi scatti provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography (Ccp) di Tucson e dalla Richard Avedon Foundation (negli Stati Uniti), con la curatela di Rebecca Senf, responsabile della collezione del Ccp.

La rassegna consente di approfondire le caratteristiche innovative dell’arte di Avedon che ha rivoluzionato il modo di fotografare le modelle, trasformandole da soggetti statici in attrici protagoniste del set. Inoltre, i suoi sorprendenti ritratti di celebrità, in bianco e nero e spesso di grande formato, sono capaci di rivelare il lato psicologico più profondo della persona ritratta.

Il percorso espositivo, suddiviso in dieci sezioni – The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists / Musicians and writers / Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace – si costruisce attorno alle due cifre più caratteristiche della sua ricerca: le fotografie di moda e i ritratti.

Scatti di moda

Le fotografie di moda si possono raggruppare in due periodi principali. Le immagini giovanili, realizzate prima del 1960, sono scattate "on location" e mettono in scena modelle che impersonano un ruolo per evocare una narrazione. Le opere successive, invece, si concentrano esclusivamente sulla modella e sui capi che indossa. In queste foto più tardive, Avedon utilizza spesso uno sfondo minimalista e uniforme e ritrae il più delle volte il soggetto in pose dinamiche, utilizzando le forme fluide del corpo per rivelare la costruzione, il tessuto e il movimento dell’abito. Molte sono le top model con cui Avedon lavorò intensamente, da Dovima a China Machado, da Suzy Parker a Jean Shrimpton, da Penelope Tree a Twiggy, a Veruschka.

I ritratti

Per quanto riguarda i ritratti, Avedon è noto per il suo particolare stile sviluppato a partire dal 1969. Fra i tratti significativi del suo approccio è da includere l’uso dello sfondo bianco, che gli consentiva di eliminare i potenziali elementi di distrazione di un dato set fotografico per enfatizzare le qualità di posa, gesti ed espressione. Ne è un esempio la fotografia del 1981, scelta come immagine guida della mostra, che ritrae Nastassja Kinski, morbidamente distesa sul pavimento e abbracciata da un serpente. Il fascino di queste foto non è legato solo alla composizione, ma anche al senso di intimità che esse evocano.

Celebrità e attivismo

Il percorso espositivo propone inoltre una nutrita selezione di ritratti di celebrità del mondo dello spettacolo, attori, ballerini, musicisti ma anche di attivisti per i diritti civili, politici e scrittori, tra cui quelli dei Beatles (John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr), ma anche di Bob Dylan, di Michelangelo Antonioni, Allen Ginsberg, Sophia Loren, Marylin Monroe, del Dalai Lama e due di Andy Warhol, dove il padre della Pop art americana decide di mostrare la sua intimità a Richard Avedon esibendo le sue cicatrici da arma da fuoco, dopo essere sopravvissuto a un tentativo di omicidio.

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