Arte

Piero Manzoni, sessant'anni di ‘Merda d'artista’

La piccola scatola di metallo che rappresenta l'opera d'arte più irriverente della storia veniva realizzata in novanta esemplari nel maggio del 1961

La numero 78 al Museum Tinguely, Basilea (Keystone)

Nel maggio 1961 Piero Manzoni (1933-1963) realizza novanta scatolette di M'artista, Künstlerscheisse, Merde d'artiste, Artist's shit. È una piccola scatola di metallo che rappresenta l'opera d'arte più irriverente della storia e che anticipa la stagione fortunatissima dell'arte concettuale europea che Manzoni non avrà la fortuna di vivere in pieno scomparendo alla soglia dei 30 anni nel 1963. Ora la sua “merd”' sarà celebrata dalla Fondazione Piero Manzoni che ha organizzato diverse iniziative, da maggio 2021 a maggio 2022, per celebrare e raccontare storia, leggenda e significati della scatoletta.

Dal primo maggio 2021 è online il nuovo sito www.merdadartista.org, che si arricchirà nel corso dei mesi di nuovi contenuti, creati ad hoc, tra cui la serie ‘30, 20, 10 minuti di Merda’, incontri sul web con i protagonisti dell'arte contemporanea per approfondire temi legati alla Merda d'artista appunto. La Taplab wall covering con il progetto ‘8PER / Omaggio a Merda d'artista di Piero Manzoni’ ha prodotto otto nuove carte da parati che verranno presentate fino al 30 maggio alla Casa degli Artisti di Milano. È in arrivo un agile libro pubblicato dalla Carlo Cambi Editore, in quattro lingue, come l'etichetta della Merda d'artista, che ci accompagnerà attraverso i saggi di quattro autori (Luca Bochicchio, Flaminio Gualdoni, Rosalia Pasqualino di Marineo e Marco Senaldi) in un viaggio alla scoperta della famigerata scatoletta. Il regista Andrea Bettinetti (già autore del film Piero Manzoni, artista nel 2013) sta preparando brevi documentari per approfondire temi specifici, tra cui ad esempio lo scandalo del 1971, quando la Merda d'artista venne esposta alla Galleria d'Arte Moderna di Roma e ne conseguì una interrogazione parlamentare. È in lavorazione anche uno spettacolo per il teatro, con tre brevi dialoghi, scritti e diretti da Filippo Soldi.

A New York la galleria Houser and Wirth celebra l'anniversario con un numero speciale della sua rivista Ursula e con video in cui artisti, curatori e collezionisti descrivono l'importanza dell'irriverente opera sia dal punto di vista personale che nel panorama della storia dell'arte del Novecento. “La domanda piu' triviale, 'cosa c'e' dentro quella scatoletta', continua a divertirmi perché ancora non c'è risposta”, dice il collezionista Walter Baldi secondo cui “non ci sarà mai una risposta”, mentre la scatoletta aumenta di valore: dall'equivalente di 30 grammi d'oro di quando Manzoni produsse l'opera, a 10 mila grammi del metallo prezioso: “L'idea sciocherebbe lo stesso creatore, quel piccolo genio”.

In realtà la merda d'artista è il capitolo più clamoroso e finale della carriera di Piero Manzoni, che nasce a Soncino nel 1933. Già nel 1956 aveva esposto quadri con sagome antropomorfe e impronte di oggetti alla ‘4a Fiera mercato. Mostra d'arte contemporanea’ a Soncino e Milan. Così come nello spirito neoavanguardistico dell'epoca aveva firmato manifesti con altri artisti e aderito al Movimento arte nucleare. Dal 1957-1958 realizza i primi Achromes, che torneranno in fasi successive nella sua carriera artistica, in materia gessosa, tela grinzata o a quadrati. Espone con Bonalumi e Castellani e collabora con artisti di diverse neoavanguardie europee. Nel 1959 fonda con Castellani la galleria Azimut a Milano e la rivista ‘Azimuth’. La galleria inaugura con la sua mostra ‘Linee’ e vi esporranno anche Dadamaino, Yves Klein, Heinz Mack, Almir Mavignier. Realizza poi la serie dei Corpi d'aria (palloncini bianchi da gonfiare) e Fiato d'artista (palloncini da lui gonfiati su base di legno). Nel 1960 si reca a Herning, dove sperimenta materiali inconsueti. Torna a Herning nel 1961 e presenta la Base del mondo, un piedistallo capovolto a sostenere idealmente la Terra come opera d'arte. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Progetta con l'editore Petersen una sua "monografia" con pagine trasparenti. Il 6 febbraio 1963, Piero Manzoni muore d'infarto.

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