Arte

Modigliani falsi, un 'sistema' fra New York e Lugano

“Spargevan profuno di verità su falsi clamorosi”: le conclusioni dell'indagine su Rudy Chiappini e gli organizzatori della mostra a Genova. Indagato un altro tinese.

27 marzo 2019
|

Anche l'FBI si è occupata dei Modigliani falsi sequestrati nell'estate 2017 a Genova, in occasione di una mostra a Palazzo Ducale. E, di concerto con la Procura del capoluogo ligure, arriva a una conclusione che getta altre pesanti ombre sul mondo dell'arte: da almeno un ventennio un sistema fraudolento attivo fra New York, l'Italia e Lugano spaccia per autentici dei Modigliani falsi, con lo scopo di farne impennare la valutazione.

Fra gli indagati (a questo punto destinati a finire a processo), come noto, anche Rudy Chiappini, direttore dei Servizi culturali a Locarno, e curatore della mostra incriminata a Genova. Fra le carte delle indagini, citate oggi dal Secolo XIX, spunta ora il nome di un altro ticinese, Pedro Pedrazzini (erroneamente riportato come Pietro), artista e collezionista, proprietario di un Ritratto di Chaim Soutine secondo la Procura che avrebbe spacciato per autentico pur essendo consapevole che si trattava di un falso.

Secondo la Procura di Genova e i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Roma, il gruppo di persone indagate piazza copie di Modì nelle esibizioni di mezzo mondo, per farne lievitare il valore e poi rivenderle a collezionisti poco ferrati. Di più: l'ex presidente dell'Archivio Modigliani, che dovrebbe confermare la reale appartenenza d'un quadro all'artista, ammette al terzo interrogatorio che il medesimo Archivio è di fatto una scatola vuota, senza certificazioni originali. Come per altro denunciato a più riprese da Carlo Pepi, da noi intervistato nel gennaio 2018, che dallo stesso Archivio si dimise nel lontano 1990.

Considerato il sistema instauratosi, secondo gli inquirenti sarebbe pressoché impossibile stabilire l'autenticità di centinaia di dipinti in circolazione. Ancora: uno dei più accreditati organizzatori in Italia e in Europa, Mondo Mostre Skira, è accusato d' aver truccato a sua volta delle carte, ricattato da un mercante e da un “curatore” (che s'intuisce, stando alle rivelazioni sulle indagini, trattarsi di Chiappini). Questi ultimi avrebbero minacciato di far saltare l'esposizione genovese se non fosse stata garantita l' immunità dai sequestri su numerose tavole di provenienza sospetta, che erano riusciti a propinare quale nucleo cardine dell' evento: "Spargevano profumo di verità su falsi clamorosi", la sintesi dei carabinieri.

Come detto, il prossimo capitolo di questa vicenda dovrebbe essere il processo agli indagati per truffa, faslo e contraffazione di opere. Insieme a Chiappini e Pedrazzini, le indagini riguardano Massimo Zelman (presidente di Mondo Mostre Skira),  Joseph Guttman (mediatore originario dell’Ungheria con base a New York); Nicolò Sponzilli (direttore mostre Skira) e Rosa Fasan (dipendente Skira).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE