Arte

Verzasca Foto Festival: cinque anni e una scommessa

È alle porte la quinta edizione della rassegna che ha ospitato finora un centinaio di fotografi sia svizzeri, sia provenienti da altri Paesi

(Verzasca Foto Festival)
3 settembre 2018
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«Guardare fuori e dentro di noi». Potrebbe essere la sintesi del Verzasca Foto Festival che con l’immagine e i suoi molteplici linguaggi propone chiavi di lettura possibili per riflettere sulla nostra, così come sulle realtà d’altrove.

Ci siamo intrattenuti con Alfio Tommasini, direttore artistico della manifestazione, con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere e sul festival e sulla quinta edizione oramai alle porte – da giovedì 6 a domenica 9 settembre il clou della manifestazione –, che ne “Il bosco interiore” ha il filo conduttore dell’esposizione all’aperto (visitabile fino al 28 ottobre).

Passato, presente, futuro

«Finora sono un centinaio i fotografi svizzeri e internazionali che abbiamo accolto. La loro partecipazione protrae la manifestazione al futuro: è grazie ai fotografi ospiti, con cui ci confrontiamo e con cui abbiamo degli scambi, che ogni anno possiamo aprirci e intessere collaborazioni preziose», come quelle legate con Smart - Sustainable Mountain Art, PhMuseum, San José Foto (festival uruguaiano), senza dimenticare Pro Helvetia e l’Ente regionale per lo sviluppo Locarnese e Vallemaggia, l’Organizzazione turistica regionale, fra le altre. La pluralità dei partecipanti è altresì essenziale per la scoperta e lo scambio artistici, nonché per l’apertura verso l’esterno, sottolinea il direttore artistico; presupposti che favoriscono il dinamismo dei linguaggi fotografici.

L’edizione 2018 conta 25 fotografi partecipanti alle esposizioni, di cui una ventina sarà presente durante le quattro giornate e parteciperà alle attività insieme ad esperti del settore: editori, curatori eccetera.

Per la dimensione presente, quasi dagli albori del festival, si è creato lo spazio per le residenze artistiche. Questo progetto dà la possibilità a fotografi nazionali e internazionali di trascorrere un soggiorno in Valle Verzasca, facendo esperienza della sua realtà. «Gli artisti invitati si immergono in un contesto, in parte o completamente, nuovo, lontano dalla propria quotidianità». Durante questo periodo, i partecipanti sono chiamati a elaborare e sviluppare, in totale libertà artistica, un progetto fotografico. Il lavoro messo a punto durante la residenza è volto a proporre sguardi alternativi sulla valle contemporanea, poiché le sensibilità e i background diversi sono prospettive inedite delle rappresentazioni della Verzasca, soprattutto scardinate dalla visione paradigmatica della cartolina turistica. Quest’anno, il festival ospita due fotografe: la peruviana Camila Rodrigo e l’egiziana Mai Al Shazly.

«È importante conoscere il nostro passato per conoscere noi stessi». Ecco perché, fra le novità di quest’anno, la proposta del progetto di raccolta e archiviazione di immagini d’archivio che raccontano il passato della valle grazie agli scatti della popolazione, lanciato la scorsa primavera dall’Associazione Verzasca Foto e sbocciato nella bella e suggestiva esposizione “Dì da festa”, inaugurata lo scorso luglio alle vecchie scuole femminili di Lavertezzo (visitabile fino al 28 ottobre prossimo).

Cinque anni e una scommessa: tempo di bilanci

«I cinque anni sono un traguardo importante» e, guardando alle passate edizioni, «non possiamo che non essere felici di come si sono svolte finora. Proporre questo festival è stata una sfida, una scommessa, vista la sua dislocazione rispetto ai centri urbani». E la motivazione per portare avanti la rassegna «ci è data dalla risposta e dalla partecipazione», sia della popolazione verzaschese sia dei fotografi invitati e degli enti con cui collabora. Uno degli auspici per il futuro è portare mostre ed attività lungo tutta la valle, espandendo il festival anche in luoghi poco frequentati: «In parte abbiamo già iniziato – ci dice Alfio –. Quest’anno ad esempio l’aperitivo d’apertura e l’inaugurazione dell’esposizione del progetto della fotografa residente Mai Al Shazly si terranno nella Piazza Torbola a Frasco [dalle 17.30, ndr]».

«Il montaggio lo abbiamo finito ieri [sabato, ndr]», la Valle Verzasca, dopo “i boschi interiori” degli artisti espositori, è ora pronta ad accogliere visitatori, appassionati e tutti coloro che sono curiosi di vivere l’eperienza di una mostra all’aperto, abbracciati da un’atmosfera conviviale e vivace.
Informazioni su www.verzascafoto.com e social.

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