Arte

Al m.a.x.museo il designer... regista

Si apre domani a Chiasso la mostra dedicata ad Achille Castiglioni e alla sua arte, protagonista della stagione d'oro del design italiano

29 maggio 2018
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Conclusa la conferenza stampa, ci aggiriamo per le sale del m.a.x.museo, cercando di ascoltare le spiegazioni dei curatori dell’esposizione. Ma la musica in sottofondo attira l’attenzione, sottraendoci la descrizione di una delle lampade create da Achille Castiglioni. ‘Only you’ – o meglio “O-oHHHH-nly you”, come cantava Tony Williams dei Platters – seguito poi da ‘La vie en rose’ cantata da Edith Piaf. Cambiando sala ci sembra di sentire uno scampolo di ‘Nel blu dipinto di blu’ di Modugno e poi ‘Hosanna’ dal musical ‘Jesus Christ Superstar’ e ‘Don’t Go Breaking My Heart’ cantata da Elton John e Kiki Dee.
«È la colonna sonora della mostra che Achille ha voluto per la mostra di Vienna del 1984, in entrata è appesa la ‘playlist’ completa» sentiamo dire dalla curatrice Mara Servetto, e subito andiamo a cercare l’elenco che si apre con ‘Maramao perché sei morto?’ e comprende anche Barbra Streisand e la colonna sonora di ‘Flash dance’.
Una base musicale insolita, per un’esposizione, e indubbiamente significativa per comprendere sia la cura e l’affetto messi nella realizzazione di questo mostra dai curatori – oltre alla già citata Mara Servetto, Ico Migliore e Italo Lupi, tutti amici di Achille Castiglioni, ai quali si aggiunge la direttrice del m.a.x.museo Nicoletta Ossanna Cavadini –, sia la personalità di questo ironico protagonista della stagione d’oro del design italiano, e soprattutto il suo approccio «quasi cinematografico», come lo ha definito Migliore. Una peculiarità che troviamo nel titolo della mostra che, dopo il “Achille Castiglioni visionario” che riprende il Leitmotiv della stagione espositiva chiassese, aggiunge un significativo “L’alfabeto allestitivo di un designer regista”, come a dire che quelli realizzati da Castiglioni non erano semplici allestimenti temporanei per fiere o esposizioni, ma delle vere e proprie messe in scena dove tutto, dalla luce ai tempi a – appunto – la musica, trova posto.
Ma andiamo con ordine. L’esposizione – inaugurazione domani alle 19 seguita da una conferenza pubblica di Carlo e Giovanna Castiglioni; chiusura il 23 settembre – raccoglie duecento documenti tra riproduzioni di schizzi, disegni, piante, sezioni e testi autografi, quattro modellini di allestimenti, una trentina di progetti di allestimenti, una decina di filmati e una selezione di foto personali di Achille e di suoi progetti, oltre a una trentina di oggetti, prototipi e riproduzioni.
Attraverso lo specchio
La prima sala dell’esposizione, intitolata ‘Io, Castiglioni’, è dominata da un grande specchio posto a 45 gradi rispetto al visitatore. Uno specchio ingannatore che il designer e architetto aveva posto nel suo studio milanese «e contro il quale spesso i visitatori andavano a sbattere» ha raccontato la figlia Giovanna. Oltre lo specchio, schizzi e modelli illustrano il pensiero e la figura di Castiglioni.
Ma in realtà la mostra ha due prologhi. Il primo è esterno al museo, con quello che i curatori hanno definito un “bosco di manifesti”, realizzati da 22 grafici in omaggio ad Achille Castiglioni nel centenario della nascita.
Il secondo prologo è invece al pian terreno del museo, appena superata l’entrata, e costituisce un doveroso omaggio a Max Huber, il grafico svizzero al quale si deve il m.a.x.museo, collega e amico di Castiglioni – furono Huber e sua moglie Aoi Huber Kono a convincere Achille ad acquistare una “residenza di campagna” nel Mendrisiotto. Troviamo qui oggetti curiosi come un arrugginito pezzo di trattore che Max Huber aveva trovato in un campo e regalato a Castiglioni in quanto gli ricordava una sua creazione.
Tornando alle sale, al primo piano è possibile esplorare – nelle tre tappe “Percorsi per l’arte e il design”, “Teatri per l’innovazione” e “Paesaggi di segni e prodotti” – i suoi vari allestimenti temporanei realizzati per fiere ed esposizioni, seguendo appunto quell’alfabeto fatto di tempo, luce, suoni, percorsi, cambi di scala, ripetizioni. Incontrando anche oggetti e prototipi di “complessa semplicità”, soprattutto lampade, sorprendentemente attuali.
Come di consueto, completano l’esposizione un ricco catalogo in italiano e inglese e il calendario di eventi collaterali: primo appuntamento, dopo la già citata conferenza di Carlo e Giovanna Castiglioni oggi alle 20.30 dopo l’inaugurazione, una visita guidata per famiglie in programma sabato mattina.

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