Arte

Caravaggio sparito nel 1969 trafugato forse in Svizzera

Lo sostiene la Commissione parlamentare antimafia che ha rilanciato le ricerche sul capolavoro della Natività

(Ti Press)
28 maggio 2018
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La celebre Natività del Caravaggio rubata a Palermo, nell’Oratorio di San Lorenzo, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 non è andata distrutta ma è stata trafugata verosimilmente in Svizzera: è la conclusione alla quale è arrivata la Commissione parlamentare antimafia della passata legislatura, presieduta da Rosy Bindi, che ha rilanciato le ricerche sul furto del capolavoro.

Secondo la commissione, l’opera di Michelangelo Merisi noto come il Caravaggio si trova tuttora all’estero, in uno o più Paesi dentro e fuori l’Europa a causa della probabile scomposizione dell’opera in più parti, effettuata per mimetizzarne la provenienza furtiva e massimizzare i proventi derivanti dalla vendita non di uno ma di più quadri, ciascuno parte di un capolavoro assoluto.

L’Antimafia, al termine del suo lavoro, è convinta che l’opera non sia andata perduta, come si riteneva in precedenza in base alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

"Pertanto, a livello internazionale – osserva Bindi nella Relazione finale sul lavoro svolto dalla Commissione antimafia – occorrerà una forte cooperazione giudiziaria e intergovernativa per seguirne le tracce e auspicabilmente arrivare un giorno a ritrovarla e restituirla alla città di Palermo, alla Nazione e al mondo della cultura".

Nel documento l’Antimafia spiega che sono stati individuati sia gli esecutori materiali sia coloro che hanno gestito le fasi successive della custodia e del trasporto dell’opera, e della successiva vendita. Dalle indagini è emerso che è stato senza dubbio un "furto di mafia": convergenti dichiarazioni rese alla Commissione dai collaboratori di giustizia Gaetano Grado e Francesco Marino Mannoia hanno chiarito che il furto maturò nell’ambiente di piccoli criminali, ma che l’importanza del quadro, e il suo enorme valore, indussero i massimi vertici di Cosa nostra a interessarsi immediatamente della vicenda e a provvedere immediatamente a rivendicare l’opera. La Natività fu quindi consegnata, dopo alcuni rapidi passaggi di mano, prima a Stefano Bontade come capo del mandamento "competente" per il furto e poi a Gaetano Badalamenti, all’epoca a capo dell’intera organizzazione mafiosa.

Al riguardo, l’Antimafia evidenzia la ritrattazione, avvenuta proprio nel corso della recente attività della Commissione, del collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia in merito alla distruzione dell’opera, così come in precedenza dichiarato da lui stesso all’autorità giudiziaria, tra cui allo stesso giudice Giovanni Falcone. (Ats)

 

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