Arte

Addio a Robert Indiana, l'artista di "Love"

Simbolo dell'arte pop, aveva 89 anni

Keystone
22 maggio 2018
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Robert Indiana, l’artista pop la cui serie di sculture "LOVE" divennero una delle opere più iconiche e riprodotte del Novecento, è morto nella sua casa di Vinalhaven, un’isola al largo del Maine. Aveva 89 anni.

Una ’L’ e una ’O’ piegata e appoggiata alla ’V’ e alla ’E’: questo logo creato negli anni ’60 è apparso da allora su innumerevoli stampe, dipinti, sculture, la copertina di "Love Story", 330 milioni di francobolli. "L’opera d’arte più copiata del Novecento", aveva detto lo stesso Indiana, vero nome Robert Clark, che teneva in casa una collezione di imitazioni per dimostrarlo.

Per il francobollo creato nel 1973 per San Valentino, Indiana aveva ricevuto dalle poste Usa un compenso secco di 1'000 dollari: fatto di cui si era spesso lamentato, così come del fatto che il successo popolare di "Love" gli aveva rovinato la reputazione nel mondo dell’arte. "Una nuova generazione di critici ne stanno oggi rivalutando la carriera nel contesto della Pop art per come ha iniettato un valenza dark nel sogno americano", ha detto Barbara Haskell, che nel 2013 ha organizzato al Whitney la retrospettiva "Robert Indiana: oltre LOVE".

Come per altre grandi firme di quel periodo, i dubbi sull’autenticità di alcune opere sono proseguiti per decenni: nel caso di Indiana, una casa editrice di New York e l’uomo che si occupava di lui sono stati accusati di circonvenzione di incapace creando falsi e cercando di venderli.

Indiana viveva in Maine dalla fine degli anni ’70. Nato a New Castle in Indiana, lo Stato da cui aveva preso il nome, era arrivato a New York nel 1954 e fece i primi passi nel mondo dell’arte dopo esser diventato l’amante di Ellsworth Kelly ed essersi trasferito con lui a Coenties Slip, un isolotto dell’East Rover dove abitavano anche Agnes Martin, Cy Twombly e James Rosenquist.

Lettere e parole spesso monosillabiche come "EAT" o "HUG", hanno avuto un ruolo centrale nella sua opera. "LOVE" fu creato "in circostanze complesse" nel 1964 quando lui e Kelly si separarono, preceduto da una versione più risqué sempre di quattro lettere in cui al posto della "O" c’era una ’U’. L’anno dopo "Love" era diventata cartolina di Natale per il MoMA. La scultura all’Indianapolis Museum of Art risale al 1970 e finì sulla copertina del bestseller "Love story" di Erich Segal.

Era cominciata già allora la battaglia per il copyright mentre Indiana abbandonava New York lamentandosi che la fama di "LOVE" gli aveva rovinato la carriera. Lui stesso però aveva contribuito ad alimentare il mito creando versioni installate in tutto il mondo, da New York a Tokyo, a volte in lingue diverse, tra cui l’ebraico "Ahava" e lo spagnolo "Amor", e alla fine anche a scopo politico: "LOVE" era diventato "VOTE" in uno slogan per i democratici del 1976 mentre nel 2008 la scultura "HOPE" era stata installata alla convention democratica e riprodotta su magliette, bottoni elettorali e stampe vendute per la campagna di Barack Obama.

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