Culture

Con amore, firmato Biagio

Alla Resega lunedì 18 dicembre
(J. Hargraves)
14 dicembre 2017
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È cominciato tutto con un nuovo album, atteso tre anni. Tutto prosegue con un tour che aggiunge date in corsa per far fronte a concerti già sold out. È la coda dell’annus mirabilis di Biagio Antonacci, che fa tappa a Lugano per il tour di ‘Dediche e manie’ (MrRoy Productions, biglietteria.ch). Il Palaghiaccio, lunedì 18 dicembre alle 21, è una delle prime date di un viaggio che continuerà pressoché ininterrottamente sino al 27 gennaio in Italia. Prima di Mosca e San Pietroburgo, in febbraio, e di nuovi concerti alle porte dell’estate 2018. Con la Resega che sta per aprire la sua pista, incontriamo un artista entusiasta di un’opera curata in prima persona, assorbito da un lavoro che ha sempre sognato di fare e che continua ad amare come il primo giorno.

La genesi dell’album raccontata dal suo autore...

Non è stato realizzato a tavolino, come nessuno degli altri. Nasce dalla voglia di sperimentare nuovi linguaggi e nuovi modi di fare musica, collaborando con giovani artisti, come in ‘Sei nell’aria’ in duetto con Laïoung, un giovane di grande talento. È un esponente della musica rap che con la sua voce ha dato un’energia particolare alla canzone. Ho arrangiato e prodotto tutte le canzoni insieme a giovani musicisti come Fabrizio Ferraguzzo, Davide Tagliapietra, Placido Salamone e Stefano De Maio, mio storico collaboratore. Un album, soprattutto per un cantautore, non è un semplice prodotto ma è qualcosa di più: è il risultato di mille esperimenti musicali, di tantissime canzoni scritte e non pubblicate, di nuovi modi di esprimersi, con linguaggi musicali differenti.

Quanto di te è in questo disco?

Essendo un cantautore, quando presento un mio nuovo lavoro presento anche una parte di me. Non perché le storie che racconto mi appartengano direttamente, ma solo per il fatto che sono nate da me, in momenti particolari nei quali ho saputo, con l’ispirazione, attingere dalla vita di tutti i giorni Che non necessariamente deve essere per forza la mia. Un artista deve dare per emozionare e far pensare; è quasi una missione o per lo meno dovrebbe esserlo. Appunto per questo, per me è importante la parte artigianale del mio lavoro, la mia voglia di arrivare in studio sapendo che quello che inciderò è qualcosa che mi appartiene e quindi interpreterò al meglio. Il mio modo di fare musica è autentico e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che ciò che scrivo e che canto lo dovrò presentare dal vivo al mio pubblico. Dal vivo non ci sono trucchi, ci sei tu e la tua musica ed il pubblico sa capire se sei reale oppure no.

Apri con ‘Il migliore’, un invito a darsi una mossa. Da dove partiamo?

Dalla volontà di capire che ognuno di noi può essere il migliore, anche una sola volta nella vita; basta credere in ciò che si fa. Il risultato è sempre importante, ma è ancora più importante il modo in cui cerchi di raggiungerlo.

E poi c’è quel gioiello di ‘Mio fratello’...

‘Mio fratello’ è la storia di due fratelli con due vite distinte per stili e risultati, un incontro ma anche uno scontro tra due realtà differenti. Anche questo brano è impreziosito dalla presenza di un bravissimo cantautore siciliano, Mario Incudine, un interprete raffinato e sincero, dotato di grandissime doti interpretative. Sono contento di avergli dato spazio nel mio album, così come ne ho dato a Laïoung, perché dare l’occasione a talenti veri è per me fonte di grande stimolo.

L’amore descritto con gli strumenti musicali in ‘Un bacio lungo come una canzone’. Da dove nasce l’idea?

Creare significa in qualche modo dare voce alle proprie visioni; gli artisti sono tutti dei visionari, dei sognatori. Io ho un’immaginazione creativa che attinge dalla realtà di tutti i giorni, che non deve essere per forza la mia. Anzi, io mi nutro di ciò che vedo, anche se non appartiene alla mia esperienza diretta. Un artista deve trovare spunto da tutto e trasformare in ispirazione ciò che sente e che vive, anche da realtà diverse dalla propria.

‘In mezzo al mondo’, trionfo del vintage…

Il videoclip è di chiara ispirazione anni ‘80 primi ‘90, un momento musicale incredibile per la storia della musica mondiale; lo stesso vale per il cinema e per l’exploit del Vhs che permetteva di portare nelle case di tutti il cinema. Il mio ultimo album è stato scritto e composto sotto l’influenza di atmosfere musicali di quegli anni, seppur con sonorità moderne.

Dediche e manie: le tue più ricorrenti?

Una canzone della mia carriera per me molto importante è ‘Ti dedico tutto’. In quel brano c’è una parte considerabile del mio modo di vedere e vivere la vita. Più dedica di così! La musica è la mia sana mania. Da giovane pensavo sempre alla musica, nella speranza di poter vivere, appunto, attraverso la musica. Era un sogno, e adesso che ho realizzato questo sogno continuo a crederci, continuo a portarlo avanti senza annoiarmi mai.

Quando Biagio dice Svizzera, dice…

Estati della mia gioventù, quando passavo periodi lunghi in un paesino che si chiama Grantola, nella provincia di Varese vicino al confine; con gli amici amavamo spesso passare le serate in compagnia nel territorio svizzero.

E quando Biagio dice Lugano, dice...

Un concerto dove al centro di tutto ci saranno la musica ed il mio pubblico. Amo cantare insieme al mio pubblico, la mia più grande soddisfazione è ascoltarlo mentre intona insieme a me le mie canzoni. Esibirmi davanti a migliaia di persone che scelgono di ascoltarmi è la più grande soddisfazione per una persona che come me fa questo lavoro.

Parafrasando la radio, sulle tue pagine social “Le notizie passano prima da te”. È amore per il tuo pubblico?

I social sono una realtà fondamentale per chiunque, non solo per chi fa un lavoro come il mio. Detto questo, oggi chi ha un contatto con il pubblico non può esimersi dall’avere un rapporto diretto con chi segue ciò che fai. È un modo per confrontarsi e per capire cosa pensa il pubblico di te, anche quando i giudizi non sono per forza positivi.

Canti (anche) di donne e (anche) per le donne. Quello che ogni uomo, anche stonato, dovrebbe sempre fare. Come s’insegna agli uomini il rispetto?

Gli uomini devono sempre ricordarsi che sono anche figli di una madre e che hanno delle sorelle e delle figlie, e questo dovrebbe bastare per capire cosa è il rispetto per le donne; un uomo che ama la propria madre, la propria figlia e la propria sorella non può in alcun modo fare del male ad altre donne, perché è come farlo a loro. Un uomo che fa del male ad una donna non sarà mai un uomo e non merita il rispetto da parte di nessuno.

Chiudo con ‘L’appello dei popoli’. Dici di tenere “sempre una lettera in tasca”. Posso sapere cosa c’è scritto?

No non posso, alcune cose restano mie ed è giusto che sia così.

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