Ticino

Telelavoro frontalieri, sì svizzero per un accordo con l’Italia

Modenini (Aiti): ‘Ma intanto mancano otto giorni alla fine di gennaio e senza regole certe dal prossimo mese le aziende potrebbero bloccare il telelavoro’

(Ti-Press)
23 gennaio 2023
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C’è disponibilità svizzera a trovare un accordo con l’Italia per quanto riguarda il telelavoro dei frontalieri. Ma intanto dal 1° febbraio tornano le regole precedenti all’accordo amichevole pattuito a inizio pandemia. La Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (Sfi) lo comunica rispondendo alla lettera delle parti sociali – Associazione industrie ticinesi (Aiti), Camera di commercio (Cc-Ti) e i sindacati Unia e Ocst – che chiedevano di intervenire senza indugio presso le autorità italiane per concordare un regime, anche transitorio, che permetta la continuazione del telelavoro parziale per i dipendenti frontalieri. Questo in quanto il 1° febbraio scadrà appunto l’accordo amichevole – concluso nel giugno 2020 – che permette ai dipendenti di aziende ticinesi residenti in Italia di lavorare da casa senza diventare un soggetto fiscale. In altre parole: senza che lo Stato italiano chieda a lavoratore o azienda di pagare le tasse sulla ricchezza prodotta.

Stoffel (Sfi): ‘Disponibilità da parte svizzera a discutere con I’Italia in merito a eventuali regole speciali’

"L’accordo amichevole tra Svizzera e Italia del 18-19 giugno 2020 rimarrà in vigore fino aI 31 gennaio 2023 – scrive la segretaria di Stato Daniela Stoffel nella missiva di risposta che reca la data odierna –. A partire daI 1° febbraio 2023 saranno applicabili le regole abituali previste dalla Convenzione per evitare Ie doppie imposizioni e dall’Accordo deI 1974 relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri. Tali regole garantiscono la necessaria certezza del diritto e permettono di evitare la doppia imposizione anche per coloro che esercitano la loro attività lucrativa, totalmente o parzialmente, in telelavoro". Ci premesso, continua Stoffel, "vi è la disponibilità da parte svizzera a discutere con I’Italia in merito a eventuali regole speciali per l’imposizione deI telelavoro. L’accordo deI 2020 relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri, attualmente ancora in fase di ratifica in Italia, prevede inoltre espressamente la possibilità che le autorità competenti concordino norme speciali in materia".

Modenini (Aiti): ‘Senza regole certe dal prossimo mese le aziende potrebbero bloccare il telelavoro’

«La fine di gennaio – ricorda, da noi interpellato, Stefano Modenini, direttore dell’Aiti, l’Associazione industrie ticinesi – segnerà il ritorno alle regole precedenti, per cui le aziende svizzere, senza disposizioni certe, potrebbero bloccare il telelavoro dei frontalieri per evitare conseguenze fiscali in Italia, per i collaboratori e per loro stesse. La comunicazione della Segreteria di Stato conferma quello che pensavamo e cioè la disponibilità a trovare un accordo con l’Italia. La speranza – aggiunge Modenini – è che ora i due Paesi compiano concretamente i passi necessari per prorogare l’accordo amichevole sul telelavoro: basterebbe firmare una lettera in tal senso».

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