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Speziali: ‘Un programma e una bussola, senza cerchiobottismi’

Tra scuola, lavoro e fisco, ambiente, energia e sanità, passando per burocrazia e giustizia il Plr domenica varerà le priorità per la prossima legislatura

Ai delegati al congresso l’ultima parola, ma sarà una formalità
(Ti-Press)
12 gennaio 2023
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Quattordici pagine fitte, divise in cinque aree tematiche e 71 priorità. Il programma per la legislatura 2023-2027 con cui il Plr si presenterà al voto del 2 aprile è pronto per essere approvato dai delegati al congresso che si celebrerà a Lugano domenica, ma dovrebbe essere una pura formalità: «Gli emendamenti giunti finora hanno solo rafforzato alcuni concetti». È un Partito liberale radicale che quindi pare marciare compatto verso "una scuola rivolta al futuro", "un mercato del lavoro in crescita", "un’ecologia senza ideologia", "una sanità di qualità, per tutti", "uno Stato più efficace, una giustizia più efficiente".

‘Sì allo Stato, no a un Leviatano onnipotente’

Un programma, quello del Plr, che fin dal primo capoverso mette in chiaro un concetto: "Il cammino della libertà non conosce fine". Ma che, prima di scendere nel dettaglio delle proposte, avverte: "Per anni, alcune forze politiche hanno lavorato per diffondere – rivendicazione dopo rivendicazione, pretesa dopo pretesa – l’allettante idea che l’impresa di stare al mondo sia fatta di soli diritti". Una visione definita come "stupefacente", perché "ha assuefatto l’intera cultura civile e fatto evaporare, in molti, la consapevolezza che nella vita esistono anche i doveri". Insomma, "non possiamo più permetterci di avanzare continuamente richieste nei confronti dello Stato. L’ente pubblico esiste, per nostra fortuna, e il suo ruolo è spesso provvidenziale". Senza però mai trasformarsi "in un Leviatano onnisciente e quindi onnipotente".

Ognuna delle cinque aree tematiche del programma del Plr comincia con dialoghi raccolti dai vari gruppi di lavoro del partito con persone attive nel territorio, categorie, associazioni.

‘Una scuola che orienti’

Per quanto concerne la formazione, nei prossimi quattro anni l’obiettivo è arrivare a una scuola che "includa, ma che orienti gli allievi, attraverso il superamento del sistema dei livelli", che "sviluppi gli asili nido" e che "potenzi l’insegnamento del tedesco". Valorizzando la professione del docente, "garantendo libertà anche all’iniziativa individuale" e "sostenendo e promuovendo la ricerca negli istituti superiori presenti in Ticino, rafforzando le collaborazioni e le sinergie fra Usi, Supsi, Irb, Iosi e Scuola universitaria federale per la formazione nella ricerca applicata".

Pietra angolare sarà anche la formazione professionale: "Nei prossimi 15 anni 40mila persone andranno in pensione e il nostro sistema è in grado di formarne solo 3mila all’anno. Scompariranno vecchie professioni e ne appariranno di nuove". Per il Plr quindi "occorre rafforzare lo snodo fra scuola dell’obbligo e mondo del lavoro".

‘Spesa pubblica da contenere e favorire l’occupazione’

Nel capitolo dedicato a lavoro e fisco l’indirizzo, va da sé, è "vigilare sul contenimento della spesa pubblica e il raggiungimento dell’equilibrio dei conti entro il 2025", con la guardia alta pure "sull’erogazione di sussidi sensibilizzando la responsabilità individuale" e sostenendo "una riforma fiscale a favore di cittadini e imprese". Per il Plr servono "misure fiscali che semplifichino l’arrivo di aziende in Ticino per creare nuovi posti di lavoro (...) interessanti e qualificati per residenti e studenti che studiano Oltralpe", promuovendo allo stesso tempo "agevolazioni fiscali per le aziende che assumono apprendisti".

La crisi energetica impone soluzioni, quelle del Plr vanno nella direzione di "promuovere e incentivare le rinnovabili, in particolare fotovoltaico e idroelettrico, tramite la costruzione di grandi impianti in alta montagna e nei laghetti artificiali". E, mantra della casa, "una transizione energetica da promuovere in modo concreto, sicuro e senza ideologia". Un’azione ad ampio raggio, che passa pure da "una revisione della Legge edilizia che sgravi le aziende e i cittadini da oneri burocratici lenti e costosi" e da "una riqualifica degli spazi urbani a misura d’uomo". Per i trasporti, sensibilità verso i collegamenti con le valli e il monitoraggio di progetti come il PoLuMe.

Anche la sanità impone riflessioni, a partire dalla "promozione di un maggiore controllo dei costi delle prestazioni attraverso il progetto Efas" e dall’"abbassamento dei prezzi dei medicamenti generici, incentivandone l’utilizzo". Nel settore ospedaliero, "occorre favorire l’economicità, l’efficacia e la qualità".

Sulla giustizia l’orientamento è chiaro: "Promuovere la riforma del potere giudiziario riorganizzando le risorse in modo più efficiente, mettendo finalmente in atto la riforma Giustizia 2018. E sostenere la riforma di nomina delle cariche al Ministero pubblico per separare il più possibile il potere legislativo da quello giudiziario, favorendo la meritocrazia e non i colori politici". E infine la sempreverde lotta liberale radicale contro l’eccesso di burocrazia, con una maggiore spinta sulla digitalizzazione.

L’INTERVISTA

‘Una bussola per il Paese’

«Questo programma per noi non è un esercizio di stile, ma abbiamo voluto fissare la nostra linea identitaria, il nostro profilo» spiega a ‘laRegione’ il presidente del Plr Alessandro Speziali. Un profilo «che si rifà alla sorgente del liberalismo, cioè la centralità dell’individuo, ma molto connotato nel periodo storico che stiamo attraversando». Tante priorità, si diceva, che «compongono una visione concreta per il Paese e le linee guida per l’attività parlamentare, di partito e a livello federale e comunale. Una pergamena per il futuro e una bussola che ci orienterà, non una lista della spesa». Con tanta carne al fuoco il rischio di finire ad accontentare tanti (troppi) c’è, ma Speziali è fermo: «Da parte nostra non c’è nessun cerchiobottismo, il nostro profilo è chiaro». E rincara: «Il compito di un presidente di partito è connotare la propria forza politica di una coerenza fatta di valori e proposte concrete, di ideali cui tendere ma anche di scelte e temi che affondano nella quotidianità delle persone».

In campagna elettorale però partiti e candidati tendono a strizzare l’occhio un po’ in giro per raccogliere crocette, inutile negarlo. «Noi non facciamo occhiolini elettorali – puntualizza secco Speziali –. Perché più lo si fa più si smette di vedere bene e poi ci si schianta. Partiti come il nostro hanno un’eredità storica da portare avanti, e valori che non possono essere annacquati: difatti, il nostro programma è molto profilato e onesto, anche quando diciamo cose scomode». Lo usa molte volte il termine "coerenza", Speziali. Perché «la politica vera comincerà alla fine della campagna, quando cominceremo a tradurre in atti parlamentari e azione politica il programma e dovremo essere all’altezza». In più, «il nostro elettorato non è molto incline alla faciloneria e alla compiacenza – sottolinea Speziali –. Dal primo giorno in cui sono presidente dico che dobbiamo essere un punto di riferimento. Se adeguiamo ogni volta il nostro pensiero a mode o tendenze diventiamo labili, fragili e si passa alla politichetta».

In tutto questo, però, «non ci arrenderemo nemmeno alla narrazione pessimista». E come si coniuga questa propensione con il rigore che caratterizza alcune visioni, ad esempio sulle finanze? «Col fatto che il Ticino ha risorse, mezzi, persone e temi per dimostrare che ce la farà. Con responsabilità, senso del dovere e tanta volontà».

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