Ticino

Pensioni degli statali e misure compensative, l’Mps non demorde

Il Movimento per il socialismo: ‘Come sono stati calcolati quei dodici milioni di franchi?’. Nuove domande al governo per evitare il taglio delle rendite

Dopo la prospettata riduzione del tasso di conversione per gli affiliati all’Ipct (Ti-Press)
9 gennaio 2023
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Sulle pensioni degli statali il Movimento per il socialismo non molla la presa. Con un’interpellanza Matteo Pronzini (primo firmatario), Simona Arigoni e Angelica Lepori tornano su quanto reso noto dal Consiglio di Stato – nella risposta data lo scorso mese a un precedente atto parlamentare dell’Mps – in relazione alle misure di compensazione per limitare l’impatto della prospettata diminuzione del tasso di conversione, una riduzione graduale dal 6,17 al 5 per cento dal gennaio 2024, sulle rendite pensionistiche dei dipendenti pubblici affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino, l’Ipct. "Sarebbe utile capire – scrivono i tre deputati – sulla base di quali riflessioni il governo ha riservato, a titolo del tutto indicativo, un importo di 12 milioni di franchi annui nel piano finanziario a partire dal 2024 per attuare misure compensative di fronte alla decisione di ridurre del 20% le future rendite pensionistiche, conseguenza diretta della riduzione del tasso di conversione" deliberata e comunicata a suo tempo dai vertici dell’Ipct. "Da un punto di vista prettamente matematico, per compensare tale riduzione del 20% è necessario un aumento del 5% dei contributi di vecchiaia per 40 anni di contribuzione. I 12 milioni di franchi riservati dal governo – continua l’interpellanza – corrispondono all’1% della massa salariale. A mente del governo – chiede quindi l’Mps –, chi dovrà metterci il rimanente 4%? E cosa succederà per tutti quei dipendenti che non avranno a disposizione 40 anni di contribuzione per compensare la perdita?". Domande che, secondo i firmatari dell’interpellanza, "esigono, prima di avviare una trattativa, che il governo dica in modo chiaro, al parlamento e ai cittadini e alle cittadine, quali sono i suoi obiettivi, quali i margini di trattativa, soprattutto dal punto di vista finanziari".

‘Anche ErreDiPi rappresenta gli assicurati’

Trattative che però nel frattempo, rileva il Movimento per il socialismo, "il Consiglio di Stato ha iniziato, con alcune organizzazioni sindacali che egli stesso ha stabilito rappresentative degli interessi dei dipendenti dello Stato (le organizzazioni rispondono al nome di Ocst, Vpod e Sit)". La richiesta di ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni, promotrice delle recenti manifestazioni di protesta a Bellinzona, "di essere associata a queste trattative, ritenendosi un movimento rappresentativo del punto di vista degli assicurati all’Ipct, è stata respinta nelle scorse settimane dal governo, che non riconosce ErreDiPi come un’associazione rappresentativa degli interessi degli assicurati all’Ipct". Al riguardo, aggiungono gli interpellanti, "sarebbe interessante sapere quali sono i criteri che il Consiglio di Stato ha stabilito affinché un’associazione (qualsiasi sia la sua forma) possa essere considerata rappresentativa degli interessi, generali o particolari, dei dipendenti dello Stato". Perché "la ‘rappresentatività’ di un’associazione deve pur fondarsi su dati ‘oggettivi’: non può essere solo una ‘patente’, un ‘riconoscimento’ fondato su basi politiche da parte della controparte che riconosce l’altro come ‘rappresentativo’ ". Ora, ricorda l’Mps, "è noto a tutte e a tutti che da alcuni mesi gli assicurati all’Ipct si sono costituti in rete e stanno mobilitando con grande successo".

Da qui una serie di quesiti al governo: "Qual è la percentuale della rappresentatività numerica delle organizzazioni attualmente riconosciute nell’ambito della trattativa avviata? È sicuro, il Consiglio di Stato, che, seguendo gli stessi criteri utilizzati per definire la rappresentatività delle attuali organizzazioni riconosciute, non ve ne siano anche altre che possano e debbano essere considerate rappresentative degli interessi degli assicurati all’Ipct?". E ancora: il governo "non crede utile e opportuno – anche considerando che le attuali trattative sono da ritenere come una usuale procedura di consultazione a cui normalmente qualsiasi gruppo di cittadine e cittadini può partecipare – riesaminare la richiesta di ErreDiPi di partecipare a pieno titolo alle trattative appena iniziate?".

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